I ricordi di chi ha affrontato e superato l’esame di maturità: “Ricordo la telefonata a mezzanotte dell’amico che giurava di avere le tracce dal Ministero”. “Noi non avevamo la prof di Italiano… accadde di tutto”
“Cari maturandi, in questa notte speciale della vostra vita voglio rivolgere a ciascuno di voi un incoraggiamento. So quanto impegno, quanta dedizione, quanto coraggio abbiate messo per arrivare fin qui e so che a volte può essere stato difficile. Ma ogni pagina studiata in questi anni, ogni ora dedicata allo studio vi avvicina alle vostre aspirazioni, forse perfino ai vostri sogni. Perché l’importante non è solo il risultato finale, ma è anche il percorso che si intraprende per arrivare a quel risultato. La maturità vi insegna a superare gli ostacoli e a credere nelle vostre capacità, a costruire il vostro futuro con determinazione”. Con queste parole Giorgia Meloni ha voluto mandare ieri sera il suo personale saluto agli studenti che da stamattina hanno iniziato gli esami di maturità.
A Roma sono più di 54.000 i maturandi, che da oggi hanno iniziato a mettersi alla prova: prima il tema di italiano, poi le altre due prove scritte, fino ad arrivare agli orali. “Ancora oggi, a distanza di qualche anno, ricordo alla notte prima degli esami. A ciò che ho provato, alla tensione e alle preoccupazioni”, ricorda Matteo, 30 anni. “Il tema di Italiano era quello che mi spaventava di più in assoluto. Perchè dovevi improvvisare, non c’era nulla a cui aggrapparsi“. Qualcuno ha cercato però di non farsi trovare preparato. “Avevo la cartucciera pronta – scherza Daniela, 45 anni – con tanti temi pronti e scritti su fogli minuscoli. Ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a pensare che potevano darmi una mano. Erano illeggibili” (ride ndr.).
“La cartucciera pronta… ma fu inutile”
Luca, 54 anni, ricorda ancora con un misto tra terrore e ansia, lo scritto di Italiano. “Io non sono mai stato bravo a Lettere. Ho sempre preferito le materie matematiche. Anche io avevo tanti temi scritti in mini fogli. In pratica erano poco più grandi dei post it di oggi. La cosa bella, ripensandoci oggi, è che quei temi li avevo scritti io. Non c’era internet, o l’intelligenza artificiale. Quindi, anche volendo ricopiarli, chi mi assicurava che non fossero pieni di inesattezze?”.
Il tema di italiano corretto dalla prof di Inglese
Paolo, quarantaquattro anni, ricorda un particolare curioso: “Ho fatto l’esame di maturità l’estate del 1999 e la mia classe fu la prima a farlo dopo il cambio che ci portò a presentare tutte le materie. Fino all’anno prima, chi si diplomava veniva interrogato solo su due materie specifiche. Quell’esame fu molto particolare: il primo con il nuovo sistema e anche i professori non erano troppo preparati: calcolate che noi partimmo con dei buchi in commissione. Mancava proprio la professoressa di Italiano. Quando facemmo la prima prova, non c’era. Arrivò solo per gli orali, ma venimmo a sapere che i nostri temi vennero corretti dalla prof di Inglese. Ma vi rendete conto?”.
Inevitabili anche i classici tentativi di conoscere in anticipo le tracce: “La notte prima intorno a mezzanotte arrivò una telefonata a casa mia, parliamo del 1989 – continua Luca – non esistevano cellulari o internet. Ma c’era sempre quell’amico che giurava di avere gli agganci giusti al ministero”. Alcuni, negli ultimi anni, hanno fatto di peggio: “Su alcuni forum – ricorda Mirko – c’era chi vendeva delle tracce spacciandole per quelle ricevute dagli studenti italiani in Australia, che avevano fatto l’esame da qualche ora. Alcuni miei amici, pur non dicendo nulla a nessuno, le comprarono. Inutile dire che erano false”.
La “Banca d’Italia”
Ma l’esame non si è limitato alla prova di italiano: “Prima dell’orale mi avvicinai al mio professore di Tecnica Bancaria – ricorda Marco, che si è diplomato in Ragioneria – e gli dissi: ‘Prof, mi chieda la Banca d’Italia’. Calcolate che il 90% dei miei compagni portarono la stessa cosa. ‘E che ca**o’ disse lui, che era molto colorito nelle sue espressioni. ‘Tutti questo avete studiato. No, ti chiedo un’altra cosa’. Io sono impallidito. Ricordo che l’orale andò bene: tutti mi chiesero qualcosa, tranne lui. Stavo per ringraziare e salutare, quando il Commissario d’esame si rivolse a lui e gli disse: ‘Prof, ma lei non chiede niente?’. Mi guardò con faccia sconsolata…passarono dei secondi che mi sembravano interminabili. Alla fine, con un filo di voce, disse: “Sentiamo la Banca d’Italia”… Il mio voto finale è dovuto a lui”.