Maricetta Tirrito spiega cosa è successo sabato scorso a Tor Bella Monaca: “Stavamo bloccando i loro affari. Per questo hanno perso la testa”
E’ tornata a casa, con un braccio ingessato, tanta amarezza, ma con lo stesso spirito di sempre. Vogliosa di non cedere neanche un centimetro di fronte agli attacchi e ai soprusi. Maricetta Tirrito era sabato scorso a Tor Bella Monaca, con le volontarie della sua associazione “Laboratorio Donna” e con le amiche di “Tor più Bella”. Il gruppo, del quale faceva parte anche il presidente del Quinto Municipio e Don Antonio Coluccia, stava ripulendo alcune strade del quartiere. Un gesto simbolico e significativo, che rappresentava la volontà di ripulire moralmente e fisicamente uno dei quartieri più malfamati della capitale.
Ad un certo punto un uomo, di origine nordafricana, le è venuto incontro e l’ha colpita con una bottiglia di vetro, provocandole la frattura del braccio. “Quello che mi è successo, da un punto di vista morale mi ha colpito molto, ma allo stesso tempo mi fa capire che non dobbiamo mollare. Sabato prossimo sarò ancora in piazza e non ho nessuna intenzione di fermarmi“, ha dichiarato in esclusiva ai microfoni di Notizie.com.
Un aggressione che viene dopo quella a Don Antonio Coluccia (“Era presente anche lui e parte attiva della manifestazione”) e dopo il blitz delle forze dell’ordine, che avevano cercato di ripristinare l’ordine all’interno del quartiere. Uno dei più problematici della capitale, dove centinaia di pusher, spacciano a cielo aperto e senza il minimo pudore. “Lo fanno con una spavalderia innata – continua Maricetta – e alla luce del sole, pensando di essere in un territorio loro. Dove possono fare quello che vogliono. E’ per questo che ci hanno attaccato. Perchè, seppure per poco tempo, abbiamo ostacolato i loro traffici”.
La dinamica dell’aggressione: “Ci ha insultate, minacciate e colpite”
L’aggressione è avvenuta di prima mattina. “Eravamo al lavoro già da due ore sulla strada ed evidentemente avevamo dato fastidio a qualcuno. Si tratta di una strada secondaria, ma era molto trafficata da dei macchinoni. I signori che si sono arrabbiati, evidentemente non potevano lavorare. Come ci hanno confermato. Ad un certo punto questo tizio è venuto verso di noi urlando e dicendo che ce ne dovevamo andare. Ci ha insultate, dicendoci che non poteva lavorare. E tutto davanti ai Carabinieri. La cosa assurda è la loro spavalderia, il loro senso di appartenenza al territorio. Quello è il loro territorio e li possono fare quello che vogliono”.
“Sabato prossimo sarò ancora li a Tor Bella Monaca”
Maricetta è caduta a terra, urlava dal dolore. “Tutti sono intervenuti. Il presidente del Municipio si è messo tra me e questo signore cercando di calmarlo, ma non c’è riuscito. Contestualmente sono arrivati i Carabinieri che erano cento metri più in la e lo hanno fermato. E’ stato tutto molto veloce. Dietro di lui c’erano altri soggetti che si stavano scaldando, ma visto che le forze dell’ordine lo avevano preso, si sono calmati ed allontanati. Erano tutti stranieri. Quasi tutti di origine nordafricana. Ce n’erano anche altri di altre nazionalità, ma tutti stranieri”. L’episodio non ha scalfito la sua battaglia. “Io sono spesso a Tor Bella Monaca con Don Coluccia. Casualmente non c’ero la scorsa settimana quando c’è stata l’aggressione verso di lui. Sono anni che mi dedico a quella zona: ho fatto la Befana con i Carabinieri alle Torri, ero io quella vestita da Befana”.
Nelle sue parole c’è un misto di rassegnazione (una sorta di abitudine a fatti del genere) e voglia di non lasciarla vinta ai malviventi. “Purtroppo devo dire che ormai ci abbiamo quasi fatto l’abitudine. C’è sempre qualcuno che cerca di spaventarci quando proviamo a riappropriarci di una piazza. Nella loro mentalità li disturbiamo nella loro zona, dove lavorano e comandano. E’ chiaro però che uno non si aspetta di essere aggredita in questo modo. Che ti tirino qualcosa addosso. Tra la paura e il dolore, è chiaro che si rimane colpiti. Ma non ho nessuna intenzione di farmi spaventare. Anzi: abbiamo più voglia di continuare”.
“Se ci hanno attaccato è perchè abbiamo liberato una pizza dai loro affari. Torneremo”
La donna, come confermato ai microfoni di Notizie.com, non ha nessuna voglia di fermarsi. “Scenderò ancora in piazza. Ogni sabato faremo qualcosa e in una via diversa. Il segnale di pulizia, nono solo ambientale, ma anche morale è necessario. Non è giusto che si sentano padroni, che agiscano con questa impunità, occupando intere piazze del Comune di Roma, con un delirio di onnipotenza che li porta a fare quello che vogliono. Purtroppo chi sta sul posto lo vive ogni giorno: una volta a settimana siamo un bel gruppo, ma chi vive li durante la settimana è la prima vittima dei loro sfregi e dei loro dispetti quotidiani. Se ci hanno attaccato in questo modo è perchè per qualche ora abbiamo liberato una piazza di spaccio dai loro loschi affari. Questo è il nostro obiettivo: limitare o eliminare la vendita di morte”.