A tre giorni di distanza dal rogo che è divampato nel Tmb di Malagrotta, la Procura di Roma ha aperto un inchiesta, seguendo un’ipotesi di reato precisa
L’incendio divampato nella discarica di Malagrotta domenica scorsa, continua a creare malumori e discussioni politiche. Coldiretti ha lanciato un vero e proprio allarme, preoccupata dell’ingente quantitativo di cibi che rischiano di finire al macero: “Chiediamo ristori immediati per gli agricoltori che si trovano nell’area colpita dall’incendio, che saranno costretti a gettare quintali di prodotti e ad affrontare le conseguenze di questo disastro. Si tratta di aziende – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – alle prese con numerose problematiche, che si sono susseguite in questi ultimi due anni, prima con la pandemia, poi con l’aumento dei costi delle materie prime e le conseguenze dei cambiamenti climatici, fino alla peste suina”.
Nel frattempo, in occasione della presenza della Commissione Parlamentare sulle Ecomafie presso lo stabilimento di Malagrotta previsto per la mattina di giovedì 28 dicembre, il Comitato ‘Valle Galeria Libera’ ha organizzato una manifestazione ed ha invitato tutti i cittadini a partecipare ad un sit-in “per dire basta a impianti nella Valle Galeria, basta ad altri disastri ambientali e per pretendere l’avvio della riqualificazione del territorio”. L’appuntamento è dalle ore 10 al piazzale di entrata all’impianto di Malagrotta in Via del Casale Lumbroso.
La Regione cerca una soluzione per i rifiuti: al vaglio nuovi siti
A muoversi intanto, è anche la Regione Lazio, che si è attivata sin dalle prime ore successive all’incendio per trovare le migliori soluzioni utili ad affrontare l’emergenza: in primo luogo si sta cercando di trovare un modo per trasportare tutti i rifiuti indifferenziati verso altri siti. “Il 25 dicembre è stata chiesta la disponibilità all’impianto di Castelforte in provincia Latina che è pronto all’immediato ricevimento e ritiro dei rifiuti secco e indifferenziato per un quantitativo di 1300 tonnellate alla settimana”, ha dichiarato l’assessore alla Tutela del Territorio e Ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, Fabrizio Ghera. “In queste ore stiamo lavorando fattivamente e siamo in contatto con altri gestori di impianti per trovare altre soluzioni, che dovranno limitarsi al tempo strettamente necessario legato all’emergenza, per il trattamento del rifiuto urbano in eccesso”, ha concluso l’assessore Ghera.
Fratelli d’Italia: “Gualtieri trovi una soluzione. Si rischia il collasso”
“Ringraziamo le forze dell’ordine, in particolare i Vigili del Fuoco per l’ottimo lavoro che stanno svolgendo in queste ore per lo spegnimento, raffreddamento e smassamento delle aree coinvolte dall’incendio che si è sviluppato nel Tmb di Malagrotta”, ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia Massimo Milani. “La continua emergenza dei rifiuti nella Capitale, la carenza di impianti di trattamento, da cronica sta diventando insostenibile per Roma. In attesa dell’esito delle indagini, per quanto appaia difficile che l’origine del rogo sia stata accidentale, resta il problema di come il sindaco, Commissario per l’emergenza rifiuti, voglia risolvere il problema della raccolta e trattamento dei rifiuti urbani in città”. Per Fratelli d’Italia “solo la realizzazione di molteplici impianti, con tecnologie diversificate, è la risposta attesa per migliorare la percentuale di riciclo e fornire una ridondanza impiantistica indispensabile per contrastare la dipendenza dai pochissimi impianti di trattamento ormai rimasti attivi”.
L’inchiesta della Procura: si indaga per incendio doloso
La procura di Roma continua intanto ad indagare sulle cause dell’incendio, cercando di venire a capo della questione e provando a trovare delle responsabilità. I pm hanno aperto un fascicolo di indagine in relazione all’incendio divampato domenica all’impianto di Malagrotta per lo smaltimento dei rifiuti. La Procura, sotto il controllo del procuratore aggiunto Giovanni Conzo, ha ricevuto una prima informativa dei vigili del fuoco e procede per il reato di incendio doloso. I magistrati hanno disposto già il sequestro delle telecamere di sorveglianza e ulteriori accertamenti per capire le cause dell’incendio. L‘ipotesi giudiziaria della matrice dolosa, sarebbe un atto dovuto per poter procedere ad alcuni accertamenti, che altrimenti non sarebbe possibile effettuare senza l’ipotesi del dolo