Il rogo che si è sviluppato nel quadrante est della città continua a far discutere. Il sindaco di Roma lancia accuse dirette
L’incendio che ha devastato i pratoni di Torrespaccata, continua a far discutere. Gli inquirenti cercano di capire le cause che hanno portato al rogo, capace di diffondersi sugli oltre sessanta ettari di prato che costeggiano i quartieri Casilino, Cinecittà e Torrespaccata. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri è tornato sull’argomento ed ha lanciato accuse dirette. Senza giri di parole il primo cittadino della capitale, ha puntato l’indice nei confronti dei possibili responsabili.
L’incendio ha causato la distruzione di una parte cospicua del territorio e il ferimento dei quattro soccorritori, che restano sotto osservazione. I tre operatori della protezione civile dell’associazione di soccorso Giannino Caria, sono stati intubati, una situazione che non si è resa necessaria per il vigile del fuoco (un caposquadra di cinquanta anni di Frascati). “Durante l’incidente hanno avuto purtroppo una lesione delle vie respiratorie, probabilmente per un danno da inalazione. Sono stati intubati per prevenire successive complicanze”, hanno spiegato dal Sant’Eugenio.
Incendio al Pratone di Torrespaccata, l’accusa di Gualtieri
Il sindaco di Roma è tornato sull’argomento ed ha lanciato accuse dirette. Secondo il primo cittadino della capitale le fiamme divampate nei pressi di Cinecittà a Roma “presentano caratteristiche che lasciano pensare al dolo”. Gualtieri torna sull’argomento e in una lunga intervista rilasciata al quotidiano il Messaggero, parla del maxi rogo in cui sono rimasti feriti in modo grave quattro soccorritori. Quel terreno “era recintato e senza insediamenti abusivi né rifiuti, e aveva anche le zone tagliafuoco” confida al quotidiano romano il sindaco della Capitale. “A Castel Romano il fuoco è divampato in contemporanea in quattro punti diversi come se ci fossero inneschi” racconta il primo cittadino ricongiungendo anche gli indizi relativi agli incendi di “Monte Mario e Ponte Mammolo”.
Anche in questi casi “la magistratura non esclude il dolo” afferma, ma date le condizioni peculiari dell’area “possono aver pesato anche gli insediamenti abusivi e lo sversamento illegale di rifiuti”. Gualtieri chiede “la massima determinazione e severità nel perseguire i piromani” e invoca il supporto “di tutte le istituzioni” per poter affrontare con maggiore efficacia “due problemi endemici di Roma, come quello degli insediamenti diffusi di senza fissa dimora e quello delle discariche abusive”. Per il sindaco servono senza dubbio “più risorse umane e finanziarie dedicate”.
Per quello che riguarda l’incendio al Pratone di Torre Spaccata, Gualtieri ricorda che il terreno di Cassa depositi e prestiti “è recintato, senza insediamenti abusivi e discariche. Difficile immaginare un incendio scaturito dalla disattenzione o dall’incuria. Il dolo non può essere escluso neanche per Ponte Mammolo e Monte Mario, ma in questo caso entrano in campo anche altri problemi endemici come lo sversamento illegale di rifiuti e gli insediamenti abusivi”.
”Occorre essere consapevoli della portata e delle implicazioni di un fenomeno epocale come quello del cambiamento climatico, che rende una città con le caratteristiche di Roma molto più vulnerabile – aggiunge – Per questo abbiamo elaborato, tra i primi in Europa, una vera e propria strategia di adattamento ai mutamenti del clima, e credo che sia giunto il momento che tutti si rendano conto dell’enormità di quello che sta accadendo e della necessità di un impegno senza precedenti per aumentare la nostra resilienza. Sapendo che gli interventi strutturali di cui abbiamo bisogno richiedono anni e sono molto costosi, però indispensabili”.
Incendio a Torrespaccata, l’appello della Protezione Civile
L’incendio divampato nella capitale ha portato alla luce una nuova emergenza sanitaria. Il Direttore del Dipartimento di Protezione Civile di Roma Capitale, Giuseppe Napolitano, ha lanciato un vero e proprio appello alla popolazione, chiedendo un gesto di solidarietà: donare il sangue. La richiesta arriva dopo il ferimento di quattro operatori, tre volontari della Protezione Civile e un Vigile del Fuoco, che erano in prima linea per lo spegnimento delle fiamme. “L’appello che rivolgo ai cittadini è quello di donare il sangue all’ospedale Sant’Eugenio per i quattro soccorritori rimasti gravemente feriti, ieri pomeriggio, durante le operazioni di spegnimento dell’incendio divampato al Pratone di Torre Spaccata. La donazione è il motore delle attività sanitarie e, notoriamente, i mesi estivi sono quelli più delicati. Un piccolo gesto può risultare determinante per aiutare queste persone. A loro, e alle loro famiglie, va tutto il nostro affetto e la massima vicinanza”, ha confermato il Direttore del Dipartimento di Protezione Civile di Roma Capitale Giuseppe Napolitano.