Quando si parla di Imu, si fa riferimento ad una tassa dovuta. Tuttavia, è importante prestare attenzione per evitare di pagare un extra.
La tassa viene pagata sulla seconda casa, o meglio è dovuta per gli immobili successivi a quello di residenza. Non è uguale per tutti e viene aggiornata dai comuni dove si risiede per ogni cittadino, annualmente.
Pertanto subisce delle variazioni, anche se relativamente non preoccupanti, che possono cambiare ogni anno. Per il 2023 è subentrato un problema che potrebbe determinare il pagamento di un extra non dovuto. Quindi è fondamentale capire come fare nel caso di maggiorazione.
Imu, la maggiorazione e il rischi di un pagamento extra
La questione si è sviluppata proprio di recente e ha fatto emergere la possibilità, per alcuni, di dover sborsare un pagamento extra per l’Imu. Alcuni comuni infatti non hanno ancora fissato le aliquote corrispettive, ma grazie alla proroga hanno tempo fino al 15 gennaio. Successivamente il termine ultimo di pagamento (non di presentazione) è il 18 gennaio.
Quello che si rischia è che i comuni vadano a fissare delle tasse più alte di quelle previste e che i contribuenti si trovino poi a dover pagare la differenza, oppure ad andare a corrispondere una maggiorazione in ogni caso. Laddove invece scendano, sarà poi onere del cittadino pensare di richiedere il rimborso. Per il 2023 è stato concesso del tempo per andare a fissare le aliquote, con queste si stabilisce anche quanto bisogna andare a pagare.
La deroga approvata riguarda solo la normativa vigente, quindi di fatto quello che succede è che le delibere non vengono prese in considerazione. Andrebbero inserite entro il 30 novembre e sono considerate effettive, il termine poi è stato fissato al 15 gennaio con le scadenze del 14 e del 28 ottobre per i cittadini che devono pagare. Il problema è la data del 18 dicembre, entro cui bisogna versare la seconda rata.
Laddove si generi una differenza positiva, entro il 29 febbraio i cittadini dovranno pagare l’extra, senza però sapere ora a quanto ammonta. Altrimenti, se la differenza è negativa dovranno richiedere il rimborso. Dunque, pur essendo dovuto, non scatterà in automatico e tutti coloro che avranno difficoltà a farne richiesta, non sapranno come procedere o non avranno modo di farlo, non riceveranno nulla.
Non c’è un sistema automatico per i comuni ma bisogna necessariamente presentare domanda. I cittadini al momento non possono fare molto, se non aspettare. Sicuramente l’ipotesi di una riduzione del pagamento è improbabile: visti gli aumenti generalizzati è molto più possibile che si debba pagare un’integrazione.