Il fallimento di questi dispositivi AI dimostra quanto sia difficile portare delle innovazioni concrete nel settore tecnologico.
Negli ultimi anni, l’industria tecnologica ha visto una serie di innovazioni impressionanti, in particolare nel campo dei dispositivi indossabili e degli smartphone basati sull’intelligenza artificiale. Questi dispositivi promettevano di rivoluzionare il modo in cui interagiamo con la tecnologia, rendendo più semplice e intuitiva la gestione delle nostre attività quotidiane.
Il loro arrivo sul mercato ha però mostrato una realtà ben diversa: nonostante le grandi aspettative, molti di questi prodotti non sono riusciti a soddisfare le promesse fatte. Le startup che hanno sviluppato questi dispositivi hanno investito risorse significative nello sviluppo di tecnologie avanzate e nella loro promozione. Nonostante i loro sforzi, però, l’accoglienza sul mercato è stata tutt’altro che positiva. I consumatori e i recensori hanno criticato duramente questi prodotti, evidenziando problemi di funzionalità, affidabilità e sicurezza.
Dispositivi AI e smartphone poco convenzionali: gli utenti hanno bocciato tutte le novità
Il lancio di dispositivi come il Rabbit R1 e l’AI Pin di Humane ha suscitato inizialmente un grande entusiasmo. Si trattava di strumenti indossabili, progettati per sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale e semplificare la vita degli utenti. La loro conformazione si allontana significativamente dai tradizionali smartphone: non hanno uno schermo e vengono gestiti quasi interamente attraverso comandi vocali.
Le recensioni della critica e degli utenti stessi hanno però presto svelato le numerose carenze di questi prodotti. Wired US ha valutato il Rabbit R1 con un misero 3 su 10, definendolo “insoddisfacente” e “inaffidabile“. Anche l’AI Pin di Humane ha ricevuto critiche severe, con un punteggio di 4 su 10 da parte di Wired US e la descrizione dell’esperto Marques Brownlee come “il peggior prodotto mai recensito“.
Molti recensori hanno sottolineato che le funzionalità promesse erano spesso irrealistiche o mal implementate. I consumatori si aspettavano un’esperienza utente fluida e innovativa, ma si sono trovati di fronte a prodotti che non riuscivano a soddisfare le aspettative. Bethany Bongiorno, cofondatrice e CEO di Humane, ha dovuto scusarsi pubblicamente con i clienti delusi, promettendo miglioramenti futuri.
L’AI Pin, infatti, oltre che inutile a detta di molti è stato segnalato anche come potenzialmente pericoloso, dato che è emerso un rischio di incendio che ha ulteriormente danneggiato la reputazione del prodotto. Secondo la redazione di ‘Wired‘, il problema fondamentale per queste startup è stato il tentativo di competere con i colossi tecnologici come Google, Apple e Microsoft, che dominano il mercato con ecosistemi consolidati e risorse praticamente illimitate.
Anche altre startup stanno cercando di entrare nel mercato con dispositivi innovativi, ma devono affrontare le stesse sfide. Limitless AI, ad esempio, ha lanciato un ciondolo che trascrive le registrazioni audio, mentre Iyo sta sviluppando auricolari intelligenti con funzioni di assistenza vocale. Tuttavia, la concorrenza con i giganti del settore rimane feroce.