Succede che una sera qualunque, a Garbatella, quartiere romano dal cuore popolare e dai vicoli pieni di vita, due carabinieri in borghese si ritrovino a fermare un uomo con in mano una molotov.
Certe storie sembrano uscite da un film, e invece accadono davvero. Un gesto rapido, istintivo, che ha evitato il peggio. Ed è da qui che tutto prende una piega decisamente inattesa.
È successo in via Lorenzo di Pietrasanta, una stradina tranquilla dove si alternano palazzi, negozi e panchine su cui spesso si chiacchiera fino a sera. Ma martedì 23 aprile, verso l’ora di cena, qualcosa ha rotto la routine. Un sessantenne camminava con in mano una bottiglia di vetro piena di liquido infiammabile, con tanto di innesco. Una vera e propria bomba incendiaria, preparata artigianalmente.
A notare l’uomo sono stati due carabinieri liberi dal servizio. Nessuna sirena, nessuna divisa: solo l’occhio attento e il fiuto di chi conosce bene i segnali. Si sono avvicinati senza dare nell’occhio, lo hanno osservato e poi fermato con prontezza. Nessuna resistenza, ma la tensione era palpabile. Perché uno gira con una molotov in piena città? È la domanda che tutti, ancora adesso, si fanno.
I militari hanno immediatamente allertato i colleghi e consegnato l’uomo al Nucleo Radiomobile. Sul posto sono intervenuti anche gli artificieri, che hanno verificato la pericolosità del dispositivo: era funzionante. Non un bluff, non uno scherzo: quell’ordigno avrebbe potuto provocare danni seri, soprattutto in una zona così densamente abitata.
Durante la perquisizione, è spuntata fuori anche una tanica da cinque litri di benzina, trovata poco distante. Un dettaglio che complica ulteriormente la vicenda. Il sospetto, al momento, è che l’uomo stesse preparando un’azione premeditata, anche se ancora non è chiaro contro chi o cosa. Non risultano al momento minacce esplicite o rivendicazioni.
Il sessantenne è stato denunciato a piede libero per possesso e fabbricazione di materiale esplodente. Sembra che non avesse precedenti penali significativi, ma questo non basta a tranquillizzare. Anzi, fa aumentare i punti interrogativi. Cosa lo ha spinto a tanto? Rabbia personale? Un gesto dimostrativo? Un piano più ampio?
Garbatella, intanto, prova a tornare alla normalità. Ma chi vive lì lo sa: certe immagini restano impresse. I bambini che giocano in strada, i ragazzi sui motorini, i vecchietti sulle sedie fuori dal bar — tutti hanno incrociato, anche solo per un attimo, quella bottiglia piena di fuoco. E ci si rende conto di quanto il confine tra normalità e pericolo, a volte, sia sottile.
C’è da chiedersi quante altre situazioni del genere passino inosservate. E quanti atti potenzialmente pericolosi vengano sventati solo grazie all’intuito di chi, anche senza divisa, resta vigile. La domanda è semplice: ci sentiamo davvero al sicuro nelle nostre città? O forse dovremmo iniziare a guardare con più attenzione anche i dettagli più piccoli?
Una cosa è certa: se non ci fossero stati quei due carabinieri, oggi staremmo raccontando un’altra storia. E non è detto che sarebbe finita bene.