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Finto incidente, riesce a estorcere 30mila euro al parroco

Una telefonata, la voce di un uomo agitato, poi la richiesta di soldi per un presunto incidente. Il tutto condito da minacce, pressioni emotive e una recita costruita nei minimi dettagli.

È così che un parroco della provincia di Roma si è ritrovato a versare, nel giro di poche settimane, una somma impressionante: 30mila euro, consegnati in contanti, pezzo dopo pezzo, a uno sconosciuto che ha saputo giocare con i sentimenti e la buona fede.

Finto incidente, riesce a estorcere 30mila euro al parroco (Roma.CityRumors.it)

La vicenda, riportata dalle autorità dopo l’intervento della squadra mobile della Polizia, lascia un senso di incredulità. Non tanto per l’inganno in sé — che purtroppo segue uno schema già visto — ma per la dimensione umana della storia. La vittima, infatti, non è una persona qualsiasi: è un sacerdote, abituato ad ascoltare, aiutare e tendere la mano. E proprio questa predisposizione al supporto è stata trasformata in un punto debole da chi, con freddezza, ha costruito l’intera truffa.

Tutto parte da una telefonata, una mattina come tante. Dall’altra parte della cornetta, una voce spezzata, apparentemente in panico, che racconta di un grave incidente stradale. A seguire, l’arrivo di una seconda persona — il truffatore vero e proprio — che si presenta come “avvocato” e chiede un immediato supporto economico per “evitare il carcere” al responsabile del sinistro. E lì inizia la spirale.

Il parroco, colpito dalla presunta urgenza e convinto di dover salvare una persona cara da una tragedia giudiziaria, si fida. Fa il primo versamento. Poi il secondo. Poi altri ancora. La cifra cresce, mentre il pressing psicologico si fa più serrato. Ogni scusa è buona per chiedere altri soldi: una parcella legale, una cauzione, spese mediche, costi processuali. In totale: 30mila euro in contanti.

Il presunto responsabile

Solo dopo giorni, quando la situazione si è fatta troppo strana anche per un uomo abituato a dare fiducia, è scattata la denuncia. Le indagini della Polizia hanno permesso di identificare il presunto responsabile: si tratta di un uomo già noto alle forze dell’ordine per reati simili, esperto nell’improvvisare ruoli credibili, con un copione collaudato e una certa abilità nel “leggere” le emozioni delle sue vittime.

Il presunto responsabile (Roma.CityRumors.it)

Secondo le autorità, non si tratterebbe di un caso isolato. Episodi analoghi, soprattutto contro persone anziane o particolarmente sensibili, stanno aumentando. In molti casi, il truffatore gioca proprio sulla paura improvvisa, sull’urgenza, sulla confusione. Tutto con l’obiettivo di far agire la vittima d’istinto, senza lasciarle il tempo di riflettere o di chiedere aiuto.

E allora viene da chiedersi: come ci si protegge da truffe di questo tipo? Forse il primo passo è parlarne di più. Rendere queste storie note, togliere loro il velo di vergogna che spesso accompagna chi le subisce. Perché chi truffa conta anche su questo: sul silenzio delle vittime, sulla paura di essere giudicati ingenui. Ma la verità è che chiunque può cadere in una trappola ben costruita, soprattutto se è spinta da un intento manipolativo così forte.

La prossima volta che squilla il telefono con una richiesta urgente, forse la domanda da farsi è semplice: sto decidendo con la testa o con il cuore?

Matteo Fantozzi

Giornalista pubblicista dal 2013 è laureato in storia del cinema e autore di numerosi libri tra cui “Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità” e “Gennaro Volpe: sudore e cuore”. Protagonista in tv di trasmissioni come La Juve è sempre la Juve su T9 e Il processo dei tifosi su Teleroma 56.