Convivenza: che succede se uno dei due lascia la casa, rischi, conseguenze e tutele legali

Quando si parla di convivenza, è bene sapere che lasciare la casa condivisa con il proprio partner può comportare alcune conseguenze.

Quando due soggetti sono sposati hanno, tra le altre cose, obbligo di convivenza. Quindi, ai fini della validità del matrimonio, è doveroso vivere nella stessa casa. Laddove ci sia abbandono del tetto coniugale, si offre una causa per porre fine al vincolo.

Gli obblighi alla fine di una convivenza
Fine della convivenza, cosa dice la legge (roma.cityrumors.it)

Diversa è la questione per le coppie di fatto. Anche in questo caso però ci sono regole precise e la Cassazione si è espressa molto chiaramente per fare luce sulla convivenza e l’obbligo di residenza familiare, sebbene la situazione sia differente. La legge dunque non è la medesima e ci sono anche conseguenze distinte.

Convivenza: regole e conseguenze sulla dimora comune

Per la legge, si parla di convivenza di fatto nei casi in cui vi sono due persone maggiorenni che hanno un legame affettivo reciproco e che non sono parenti, non hanno contratto matrimonio o unione civile. Quindi due soggetti che convivono ma che, formalmente, non hanno ufficializzato questa unione. Secondo il contratto previsto dalla legge 76 del 2016, c’è un’apposita disciplina in materia. Questo si può redigere in forma pubblica, come atto, o come scrittura privata.

Cosa succede se finisce una convivenza
La fine di una convivenza comporta conseguenze legali? (roma.cityrumors.it)

Riporta, tra gli obblighi, anche la residenza di entrambe le parti nello stesso punto. Quando ci si separa, aver fatto un documento di questo tipo, può cambiare tutto. Infatti spesso al suo interno si inseriscono elementi relativi al regime patrimoniale, ossia se vige la comunione dei beni o la separazione. Ovviamente, nella maggio parte dei casi, regole scritte non ce ne sono e dunque si genera il problema perché di fatto bisogna intervenire in una situazione che non ha una soluzione immediata.

Quando due persone conviventi si separano ma non c’è una documentazione utile da impiegare per la separazione, allora si fa ricorso alla giurisprudenza e a quelli che sono gli interventi degli ultimi anni. Ad esempio, facendo riferimento all’articolo 2034 del Codice Civile secondo cui, nel corso della convivenza, se una persona ha fornito assistenza materiale all’altra può, successivamente, richiedere la restituzione di quanto versato.

Se un convivente va via di casa, non si potrebbe applicare l’articolo 143 del Codice Civile perché è limitato alle coppie sposate. Di conseguenza la realtà dei fatti è che, almeno in questo caso, non ci sarebbero ripercussioni. Non si può fare denuncia perché il soggetto ha lasciato la casa in quanto, di fatto, obblighi per legge non ne aveva: non era suo onere dover restare nell’abitazione. La differenza tra matrimonio, convivenza e altre formule è proprio nei doveri che questo comporta.

Quando due persone convivono ma non ci sono altre regole dal punto di vista legislativo, è chiaro che non ci sono nemmeno grandi obblighi o tutele. Sicuramente si può intervenire in alcune casistiche, ad esempio nel momento in cui ci sono rinunce per la vita comune oppure laddove la questione riguardi un piano economico, tuttavia non si può fare molto se una persona sceglie di mettere fine alla relazione e di andare via di casa.

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