Fra i regimi patrimoniali da scegliere fra coniugi c’è la comunione dei beni. Ecco quali sono i beni che rientrano e quelli esclusi.
Una delle decisioni che i futuri sposi devono prendere prima di sposarsi riguarda il regime patrimoniale che si vuole adottare: comunione o separazione dei beni. Nel primo caso i coniugi avranno la proprietà congiunta di tutti i beni acquistati dopo il matrimonio.
In caso di separazione dei beni, invece, i beni acquistati da un coniuge resteranno di sua sola proprietà. Quando si opta per la comunione dei beni, dunque, bisogna essere consapevoli di quali beni rientrano e di quali no.
Quali sono i beni che rientrano nella comunione dei beni tra coniugi 2023-2024
Una delle decisioni che i coniugi devono prendere prima di sposarsi riguarda l’aspetto economico e patrimoniale della propria vita e cioè il regime patrimoniale. A meno che non scelgano il regime di separazione dei beni, i due coniugi sono assoggettati al regime della comunione dei beni (anche detta comunione legale, perché scatta automaticamente per legge). In questo caso marito e meglio devono essere consapevoli di quali beni e patrimonio rientrano e quali vengono esclusi.
Infatti, nella comunione dei beni non rientrano tutti i beni e patrimoni ma solo ed esclusivamente:
- gli acquisti fatti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio, ad esclusione di quelli relativi ai beni personali
- i proventi dell’attività separata di ognuno dei due coniugi se, allo scioglimento della comunione, non sono stati usati
- le aziende costituite dopo il matrimonio e gestite da entrambi i coniugi; se le aziende erano di uno dei coniugi già prima del matrimonio ma dopo il matrimonio vengono gestite da entrambi i coniugi, la comunione dei beni interessa solo gli utili ed eventuali incrementi.
Quindi di fatto i possedimenti che marito e moglie avevano prima di convolare a nozze non rientrano nella comunione dei beni ma restano di esclusiva proprietà dell’uno o dell’altro. Allo stesso modo anche lo stipendio dei coniuge non viene diviso a metà ma logicamente gli importi guadagnati possono essere condivisi per far fronte alle comuni spese familiari e alla gestione della casa. Da tutto ciò, consegue che, in caso di separazione fra i coniugi, i beni oggetto della comunione saranno divisi a metà tra marito e moglie. Nel caso in cui non si trovi un accordo, i beni verranno venduti e sarà spartita fra entrambi la somma ricavata.