La capitale partecipa all’iniziativa lanciata dalla Comunità di Sant’Egidio. Il Colosseo verrà interamente acceso e colorato: ecco perchè
Accantonando le polemiche per la sconfitta sull’Expo 2030, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri guarda oltre e lancia un’iniziativa che riguarda uno dei monumenti simbolo della Capitale. Il Colosseo. L’Anfiteatro Flavio (che in estate è stato spesso al centro delle polemiche per il caro biglietti e le condizioni in cui versava) verrà interamente colorato. Per dare un segnale forte e regalare un messaggio internazionale.
Roma si schiera contro la pena di morte e aderisce all’iniziativa lanciata dalla Comunità di Sant’Egidio, che da anni combatte contro le esecuzioni capitali. Gualtieri, intervenendo ad una conferenza, ha spiegato la posizione della città eterna, confermando l’adesione. “È un piacere e un onore ospitare questa iniziativa che dal ’99 Sant’Egidio promuove con capacità ed efficacia. Illumineremo per questa causa il Colosseo”, ha dichiarato Roberto Gualtieri intervenendo all’iniziativa ‘Da Roma al mondo intero, no alla pena di morte’ nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio.
“Questo tema richiede un impegno costante che vede Roma decisa ad affiancarvi – ha aggiunto il sindaco di Roma – Non deve essere una delle tante Giornate ma una battaglia per ricordare al mondo l’orrore e l’insensatezza della pena di morte. La pena deve essere severa se necessario, ma non può essere irreversibile. Accolgo l’appello per la moratoria e l’abolizione, ed è positivo che ci sia larga partecipazione. Roma su questo deve continuare costantemente a fare sentire la sua voce. Spero che la luce che domani renderà ancora più bello il Colosseo – ha detto ancora Gualtieri – sia segno di vita e di speranza per i diritti universali e inviolabili dell’uomo. Lo facciamo in una prospettiva di supporto alla richiesta di moratoria presentata alle Nazioni Unite, con tantissime firme. Invito tutti a firmarla per essere parte di questa battaglia civile”.
Pena di morte in Italia e nel mondo
La pena di morte ne nostro Paese è stata abolita per tutti i reati comuni e militari commessi in tempo di pace, con l’entrata in vigore delle Costituzione Italiana il 1 gennaio del 1948. L’articolo 27 della Costituzione Italiana sancisce, infatti, che: “La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte”. La pena di morte viene ancora praticata in 58 Stati a livello mondiale fra cui ricordiamo: Egitto, Libia, Nigeria, Somalia, Sudan, Usa, Iran, Iraq, Giappone, Cina, Corea del Nord, Pakistan, Thailandia, Vietnam ed Emirati Arabi. Gli unici paesi industrializzati e liberi in cui viene applicata la pena di morte sono il Giappone e gli Stati Uniti d’America (anche se in alcuni Stati americani è stata abolita).