Carceri, nuovi suicidi. Nordio: “Lo Stato non abbandona nessuno”

Il guardiasigilli nel carcere la Valletta, dove si sono registrate due morti nel giro di poche ore: “Il suicidio in carcere è un fardello di dolore per tutti”

La situazione nelle carceri italiane è sempre più delicata. Sovraffollamenti, suicidi, strutture fatiscenti e problemi di ogni tipo, attanagliano i penitenziari italiani. Il numero record di suicidi degli ultimi anni testimoniano l’enorme difficoltà nella gestione della vita carceraria nel nostro Paese.

Nordio sui suicidi in carcere – Roma.cityrumors.it

La situazione più grave negli ultimi giorni si è vissuta a Torino, con la morte di due donne a distanza di poche ore: Susan John, una 42enne entrata in carcere il 22 luglio scorso per una condanna a dieci anni, si era rifiutata di mangiare sin dal giorno del suo ingresso nella struttura piemontese. E’ stata ritrovata senza vita alle prime ore del mattino dagli agenti. A distanza di poche ore ha perso la vita anche Azzurra Campari, detenuta di 28 anni, morta suicida. “I nostri contatti sono regolari, eppure nessuno ci aveva informato“, ha detto il Garante dei detenuti di Torino Monica Cristina Gallo, sostenendo di non aver avuto nessun tipo di segnalazione relative a casi gravi, da parte della struttura.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha visitato oggi il carcere di Torino. “Lo Stato non ha abbandonato nessuno” e “non abbandona nessuno”. Quanto al fatto che alle Vallette ci sia stato un suicidio, Nordio sottolinea che questo atto è legato a “ragioni imperscrutabili”, “non esiste un mistero più insondabile nella mente umana come quando decide di adottare soluzioni cosi estreme. In questi casi non c’è sorveglianza che tenga – ha aggiunto – anche al processo di Norimberga due persone si sono suicidate nonostante avessero lo spioncino aperto 24 ore su 24″, ha aggiunto il ministro.

Incalzato sulle cause che hanno portato una delle due vittime allo sciopero della fame, Nordio ha risposto: “Questi sono dettagli tecnici che non abbiamo affrontato oggi, ma ho saputo che non si è trattato di sciopero della fame o di opposizione al governo o alla politica. Erano tutte sotto strettissima sorveglianza”, ha aggiunto il guardiasigilli. Quando gli è stato chiesto se si sarebbe potuta evitare la morte di una donna che non mangiava da una ventina di giorni, Nordio ha risposto. “Lo Stato non abbandona nessuno. Purtroppo il suicidio in carcere è un fardello di dolore che affligge tutti i detenuti in molte parti del mondo ed è spesso imprevedibile. Non è vero che tocca a chi ha una prerogativa di ergastolo. Accade per ragioni imperscrutabili. Da pm ne ho trattati ahimè tanti e non esiste mistero più insondabile della mente umana quando uno cerca soluzioni così estreme”.

Nordio: “Servono forme alternative”

Il ministro Nordio al carcere di Torino dopo la morte di due donne – Cityrumors.it

“La nostra competenzaha detto il ministroè prendere atto della sofferenza in cui si trova questo carcere, come in molte altre carceri italiane, per le note sproporzioni tra i mezzi e i fini. I primi sono le strutture esistenti a livello edilizio e di risorse umane e i secondi quello di garantire la sicurezza dello Stato con la detenzione di chi delinque e questo molto spesso non è’ compatibile perché il numero dei detenuti è superiore alla capienza del carcere”. “Ecco perché – ha sostenuto – dobbiamo trovare forme alternative. Alcune esistono già come i domiciliari e altre, ma queste non sono sufficienti a colmare i gap tra necessità di garantire sicurezza allo Stato e garantire trattamento rieducativo. Si può fare solo aumentando la disponibilità di edilizia carceraria è unica soluzione è riadattamento delle caserme”.

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