Il sindacato della Polizia Penitenziaria denuncia una nuova aggressione ai danni di un agente: “Aggressioni ormai all’ordine del giorno”
Ancora un brutto episodio di violenza all’interno del carcere di Civitavecchia, una delle strutture che ha fatto registrare il numero più alto di aggressioni e di ribellioni. Dopo la rissa del 14 luglio scorso (che ha visto oltre 50 detenuti coinvolti) e la brutale aggressione ai danni di un poliziotto, colpito da diversi detenuti nel mese di maggio, si registra un altro episodio. A confermarlo è il segretario nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe del Lazio Maurizio Somma, che racconta l’ennesima aggressione ai danni del personale delle forze dell’ordine che lavorano all’interno della struttura.
“Ancora violenze nel carcere di Civitavecchia. Presso la III^ Sezione c’è stata una aggressione nei confronti di un poliziotto. L’agente ha richiamato il detenuto lavorante, di origine rumene, dicendogli cambiare i sacchi della spazzatura“, ha dichiarato Somma. “Questi, all’improvviso, senza nessuna ragione, gli ha tirato un violento calcio in pieno petto, senza nessuna grave conseguenza, per fortuna, anche se il collega è stato poi portato in ospedale e gli hanno refertato una prognosi di sette giorni. Non se ne può più! La situazione nelle carceri del Lazio, ed in quella di Civitavecchia in particolare, è critica”, ha continuato Somma.
La denuncia del Sappe: “Le aggressioni sono ormai all’ordine del giorno”
Il segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria lancia un appello alle autorità, affinche evitino situazioni potenzialmente più pericolose, “Ci si aspetta forse un gesto ancora più violento ed eclatante affinché qualcuno possa intervenire, dimenticando che chi opera all’interno degli istituti sono uomini e donne dello Stato che rischiano la vita ogni giorno per garantire la sicurezza in un carcere?”, conclude Somma. Parole alle quali si aggrappa anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che esprime solidarietà al poliziotto contuso a Civitavecchia ed è molto duro nel denunciare lo stato in cui i poliziotti sono costretti a vivere e a lavorare nella struttura carceraria. “Siamo preoccupati dall’alto numero di eventi critici che si registrano ogni giorno nelle carceri: e siamo sconcertati dall’assenza di efficaci provvedimenti contro coloro che si rendono responsabili di queste inaccettabili violenze, anche perché questo determina quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. È per noi importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale ed è necessario intervenire con urgenza”.
“Servono interventi urgenti”
Capece chiede interventi immediati: “Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere: certo non indulti o amnistie”.
Carcere di Civitavecchia: i precedenti
A maggio scorso, uno degli agenti che lavoravano nella prima sezione L, fu aggredito da un detenuto addetto al portavitto. L’aggressione portò ad una rissa. A luglio è scoppiata una maxi rissa che ha coinvolto più di 50 detenuti, presenti nel nuovo complesso. Una parte della struttura che ospita oltre cinquecento detenuti su 350 previsti con un affollamento del 140%. Una percentuale che, secondo i responsabili della struttura, sarebbe anche più alta, considerando i posti attualmente non disponibili per danneggiamenti o ristrutturazioni e che fanno lievitare l’affollamento ad oltre il 170%. Ad ottobre dello scorso anno, un’altra aggressione: ad essere colpito fu un poliziotto che stava difendendo un detenuto dall’aggressione di un’altra persona (con problemi psicologici) che stava creando problemi ed attaccava tutti con un bastone.