Bobo Craxi risponde Amato: “Su mio padre dette delle imprecisioni”

Il figlio di Bettino Craxi risponde all’ex Premier sulla strage di Ustica. “Mio padre non aveva mai parlato con Gheddafi”

Giuliano Amato ha riaperto le polemiche sulla strage di Ustica, tirando in ballo la Francia e gli Stati Uniti. Secondo l’ex Premier, la Nato e la Francia avevano programmato un attentato per uccidere Gheddafi e l’attentato fu materialmente realizzato dall’aeronautica francese, con la complicità degli Stati Uniti. Amato ha tirato in ballo anche Bettino Craxi, che avrebbe avvisato in tempo il leader libico, sconsigliandolo di prendere il DC-9.

Bobo Craxi, figlio di Bettino, risponde all’ex Premier Giuliano Amato su Ustica – Roma.Cityrumors.it

Nell’intervista rilasciata a Repubblica, Amato è molto chiaro sul ruolo dell’ex leader socialista: “Avrei saputo più tardi, ma senza averne prova che era stato Craxi ad avvertire Gheddafi. Non aveva interesse che venisse fuori: sarebbe stato incolpato di infedeltà alla Nato e di spionaggio a favore dell’avversario. In fondo è sempre stata questa la sua parte. Amico di Gheddafi, amico di Arafat e dei palestinesi: uno statista trasgressivo in politica estera”. Quando gli viene chiesto se Craxi era stato informato del piano della Nato, Amato risponde: “Non direi forse aveva , ricevuto qualche soffiata ed ha avvertito Gheddafi. Ma non credo ne sapesse più degli altri. Ho sempre avuto l’impressione che la politica ne sapesse meno rispetto agli alti comandi militari. C’è una cosa che pensai allora, ma non dissi perchè facevo parte del ceto politico e poteva sembrare una giustificazione autoassolutoria. Non era del tutto irragionevole che i generali, per tenere al sicuro il segreto, si guardassero bene dal condividerlo con i politici”.

Bobo Craxi sulle parole di Amato: “Mio padre non ha mai parlato con Gheddafi”

Sulla vicenda è intervenuto anche Bobo Craxi, figlio di Bettino, che intervistato da Notizie.com, ha ribadito: “Amato sostiene che siano stati i francesi perché volevano colpire Gheddafi e dentro il ragionamento fa il nome di mio padreIn realtà non è andata così. In passato si sono dette molte cose e il ruolo di Gheddafi era entrato spesso nella vicenda. Sono andato a rivedere bene le interviste del passato. Amato queste cose le ha dette anche precedentemente. La domanda è, come mai Repubblica metta in primo piano l’intervista di Amato sul caso Ustica, essendo passati un po’ di anni e sebbene questa tesi non sia avvalorata dai tribunali, che si limitano a scolpire una sentenza di probabilità? La magistratura italiana non arriva a una conclusione oggettiva. Si limita a dire che è presumibile che sia stato un agente esterno a far deflagrare il velivolo. Amato, deponendo di fronte alle commissioni, sostiene che ci fu un intervento”.

L’ex Premier Giuliano Amato. Le sue dichiarazioni sulla strage di Ustica continuano a far discutere. Roma.Cityrumors.it

Bobo Craxi vuole chiarire la posizione del padre in questa vicenda, ribadendo un concetto: nessun colloquio con Gheddafi, nessun avvertimento al leader libico. “Nessuno ha la verità, su questo punto ci sono due versioni contrapposte che non sono giunte alla medesima conclusione dopo anni. Io mi sono limitato a correggere un’imprecisione, per quanto rilevante, ma comunque un’imprecisione rispetto al ruolo di mio padre in questa vicenda che è inesistente. Mio padre non ha avuto nessun colloquio con Gheddafi all’epoca e non li ha mai avuti in vita sua. Quando si trattò di evitare per Gheddafi una fine tragica, attraverso un altro attentato, lui si limitò a non sostenere l’operazione militare americana, ma questo è avvenuto 6 anni dopo. I rapporti ce li aveva l’avvocato Agnelli in quel periodo”.

Secondo il figlio di Bettino Craxi, l’Italia non è mai andata troppo a fondo alla questione Ustica. “Intanto mi pare che non ci si sia dati molto da fare in questi ultimi 20 anni, quindi bisognerebbe chiederlo ai governi che si sono succeduti. L’ultimo a occuparsene se non sbaglio fu proprio quello di Giuliano Amato. Recentemente non ho letto ulteriori approfondimenti. Mi auguro di sì, la vicenda va considerata e inserita in un contesto che è quello della Guerra Fredda”. Con la fine di quel periodo storico, secondo Craxi, non c’è stato più interesse a scoprire la verità. “Tutti  questi episodi, gli attentati, gli omicidi avvenuti in quegli anni, rientrano in quel contesto specifico. Una volta finita la Guerra Fredda nessuno, nel nostro Paese ha voluto realmente attuare una revisione. Un’analisi completa. La Guerra Fredda è finita nel 1989, si capisce bene che in questi trent’anni si è fatto di tutto tranne che cercare di voltarsi e trovare soluzioni sui fatti del passato”.
I resti del DC-9 dell’Alitalia colpito ad Ustica nel 1980. Roma.Cityrumors.it
Tutto rientrerebbe in una logica di politica interna, che si incrocia con la fine della Prima Repubblica e l’inizio di una nuova era politica. “Ci sono stati uomini politici convinti che non tutto sia stato detto. Soprattutto su quanto la Guerra Fredda abbia influito sulle vicende politiche in corso dal 1992. L’impressione è che la fine della Prima Repubblica e l’omicidio politico di alcune personalità, avevano tutta l’aria di una resa dei conti, da fine della Guerra Fredda. Questo è il contesto in cui bisogna ragionare. Al di là del fatto specifico, che capisco bene non essere secondario, anche dal punto di vista del risarcimento delle vittime. Fare emergere i colpevoli è responsabilità e dovere di qualsiasi Stato. Le istituzioni italiane mi pare non siano state capaci di arrivare a una conclusione condivisa e la tesi di Giuliano Amato è una tesi, che in qualche modo può dare un contributo di verità”.
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