La responsabile dell’asilo nido ha fatto una proposta alla famiglia della piccola Lavinia, che versa in stato vegetativo dall’agosto del 2018
Si è svolta oggi l’udienza per la vicenda della piccola Lavinia Montebove, investita nel 2018 all’interno dell’asilo nido che frequentava a Velletri e attualmente in stato vegetativo. Il giudice ha deciso momentaneamente di astenersi sulla richiesta di messa alla prova anticipata da parte di una delle due imputate, la maestra Francesca Rocca, accusata di abbandono di minore e ha rinviato al presidente del tribunale ogni decisione.
La maestra, responsabile della struttura dove c’è stato il drammatico incidente, non si è presentata in aula, per malattia. Il suo avvocato ha ribadito la volontà di assistere la piccola Lavinia a casa, nelle ore in cui manca l’assistenza infermieristica, che al momento è garantita solo 12 ore al giorno. Le parti sono state convocate nuovamente il prossimo 16 ottobre. Per quella data si dovrebbe definire questo passaggio della messa alla prova e, compatibilmente con le decisioni del presidente del tribunale, avviare la discussione per la sentenza almeno per ciò che riguarda la posizione della donna che ha investito Lavinia con la propria autovettura, anche lei imputata.
Il drammatico incidente del 2018: i fatti
La piccola Lavinia Montebove, che all’epoca aveva sedici mesi, frequentava l’asilo nido “La Fattoria di Mamma Cocca”, a Velletri. La mamma ed il papà, come facevano abitualmente, la lasciavano in custodia ai responsabili della struttura. Il 7 agosto del 2018 la piccola, gattonando, uscì dalla struttura e si avventurò nel parcheggio interno, dove venne investita dall’auto guidata dalla mamma di un’altra bambina: Chiara Colonnelli. La donna è accusata di lesioni gravissime. Francesca Rocca, maestra e responsabile della struttura, deve invece rispondere di abbandono di minore. Da quel momento è iniziato un iter giudiziario fatto di rinvii, processi mai partiti e repentini cambi di rotta.
La risposta del padre di Lavinia
L’udienza del tribunale di oggi è servita per iniziare una nuova fase processuale. Mentre andava in scena, davanti al Tribunale di Velletri si è volta una manifestazione pacifica: un presidio a sostegno della famiglia della piccola Lavinia, che da anni chiede giustizia. Amici, conoscenti, parenti (alcuni provenienti dalla Toscana) e gente comune, che voleva solo stringersi intorno alla famiglia Montebove. “C’è delusione per l’ennesimo rinvio – spiega Massimo Montebove, padre di Lavinia – ma comprendo le ragioni che hanno portato il giudice a questa scelta e che servono per evitare possibili ricusazioni. Per quel che riguarda la disponibilità della maestra, dopo 5 anni di silenzio e dopo l’offensiva proposta di 1 euro di risarcimento fatta in aula, di venire a casa nostra ad aiutarci con nostra figlia, rispondo semplicemente che abbiamo bisogno di infermieri e di sanitari, non di badanti. Ciò detto, anche da questa proposta si comprende come Francesca Rocca sia ancora assolutamente inconsapevole del danno cagionato a nostra figlia. Ragion per cui una messa alla prova anticipata, se mai dovesse essere concessa, sarebbe ed è inaccettabile. Vogliamo giustizia e vogliamo una sentenza, non altro”.
Le differenti versioni: le parole della maestra e della donna che ha investito Lavinia
La famiglia di Lavinia è sempre stata molto critica nei confronti della maestra. In una recente intervista, la madre della piccola, che oggi ha sei anni e che vive in uno stato vegetativo all’interno della sua casa, ha distinto le posizioni della maestra e dell’altra imputata. “La donna che ha investito Lavinia ha sempre avuto una posizione chiara – ha spiegato – si è sempre messa a disposizione per chiarire ogni dubbio, la prima versione l’abbiamo avuta da lei, l’abbiamo incontrata per caso in strada qualche giorno dopo l’incidente e ci ha raccontato lei per prima che Lavinia era da sola quando l’ha investita. Le posizioni sono assolutamente distinte e distanti per l’atteggiamento che le due imputate hanno avuto dall’inizio. La maestra si proclama innocente, ha sempre detto di non essersi distratta. Eppure Lavinia non era autonoma, era la bambina più piccola di tutto il gruppo, quella più fragile, che doveva essere tenuta per mano o presa in braccio, gattonava appena, ed è arrivata sin nel vialetto dell’asilo. La mamma che guidava la macchina che l’ha investita ha raccontato che nel momento in cui ha girato l’ha vista da sola, senza nessun adulto presente, e chissà da quanto tempo era da sola”.