Nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Repubblica” è intervenuta la segretaria del sindacato dei giornalisti, Alessandra Costante: dito puntato contro la premier Giorgia Meloni
Questa volta, a prendere le difese del quotidiano “La Repubblica” e di buona parte dei giornalisti, ci ha pensato direttamente Alessandra Costante. L’attuale segretaria del sindacato dei giornalisti, al noto quotidiano italiano, ha voluto puntare il dito contro il governo. In particolar modo al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Quest’ultima, infatti, ha attaccato l’editore de ‘La Repubblica‘.
Nel corso della stessa la Costante ci ha tenuto a ribadire che quello che è più sacro, per un giornalista, è proprio la sua reputazione. Quello, infatti, è monetizzabile. Affermando che se i lettori comprano quel determinato quotidiano è perché si fidano di quanto uno scrive. Quello della Meloni, fa sapere, è una campagna di delegittimazione che tende a colpire non solo l’editore, ma soprattutto i giornalisti.
L’informazione, fa sapere la stessa segretaria, è una industria che soggiace a delle regole economiche. Un esecutivo che può andare a togliere 120-130 milioni di euro ad un settore già considerato in crisi. Stesso discorso riguarda anche quello di non rifinanziare il fondo straordinario per l’editoria. In quel caso si parlerebbe di altri 10 milioni di euro in più rispetto alla cifra annunciata in precedenza.
Meloni contro Repubblica, Costante: “Faccia legge europea…”
Sulla questione che la politica, in particolar modo nell’ultimo periodo, tende ad attaccare sempre di più la stampa ed i giornalisti. Su questo la Costante non è assolutamente d’accordo e lo fa capire con queste parole: “In Italia la stampa dovrebbe essere giudicata libera, ed invece lo è sempre di meno. Una categoria, quella dei giornalisti, considerata sempre più povera e precarizzata.
Abbiamo co.co.co. la cui media retributiva è di 10mila euro annui, partite Iva che guadagnano 18mila euro. 70% dei giornalisti al lavoro, il resto sono i dipendenti che non vedono da anni il rinnovo del contratto“.
Per non parlare del conflitto di interessi, un problema che dura oramai da quasi 30 anni. In conclusione ha voluto fare un vero e proprio appello alla premier: ovvero quello di fare una legge europea e moderna sulle concentrazioni editoriali. Le stesse che possono essere utilizzate contro quelle che lei stesso denuncia