Il racconto del 19enne di Anzio: “Ricordo che sono scesi e mi hanno colpito. Mi sono risvegliato in ospedale”
Gabriele Ferrari, il ragazzo di diciannove anni picchiato selvaggiamente da tre persone ad Anzio, che aveva rimproverato perchè stavano andando a velocità elevata per le vie della cittadina romana, è finalmente fuori pericolo. La tac e gli esami ai quali si è sottoposto all’ospedale di Anzio hanno dato buone notizie. Ha riportato – secondo quanto è stato riportato nel referto medico –un trauma cranico, una forte contusione al petto che gli ha causato un edema polmonare e lesioni ai piedi, che sono stati colpiti dall’auto guidata dai tre aggressori.
“Quella macchina girava in tondo sulla piazza, all’improvviso in tre sono scesi e mi sono venuti addosso: ricordo solo che mi hanno dato un pugno. E mi sono risvegliato sull’ambulanza“, le parole con cui ricorda l’aggressione. Le testimonianze del padre e delle persone che si trovavano nei pressi del luogo in cui è stato aggredito, sono molto chiare: la macchina, una Fiat Panda, stava sgommando e percorrendo le strade limitrofe a Piazza Cesare Battisti, ad alta velocità. Gabriele ha osato redarguire i conducenti del veicolo, chiedendo loro di smetterla. A quel punto è nata l’aggressione: in tre si sono scagliati su di lui. Calci, pugni e, prima di fuggire, gli sono passati con la macchina sulle gambe.
Una scena che gli investigatori del Commissariato di Anzio sono riusciti a ricostruire, grazie ai racconti dei testimoni. Ieri sono stati fermati due dei tre aggressori. Si tratta di due gemelli E. e L. P., nati da un padre serbo e una madre bosniaca. I due si erano rifugiati in una casa a Nettuno, quando hanno ricevuto la visita degli agenti delle forze dell’ordine. Ora si trovano nel carcere di Velletri. Oggi, al massimo domani, verranno ascoltati nell’udienza di convalida. Nessuna traccia invece del terzo complice: un 19enne italiano di seconda generazione. Risulta introvabile: lui e la Panda grigia che era stata presa a noleggio e sulla quale i tre sfrecciavano per le vie di Anzio. Il contratto di noleggio, secondo quanto è stato ricostruito, apparterrebbe ad una una società. Particolare che, insieme con i precedenti per droga dei presunti responsabili del pestaggio, ha portato gli investigatori a spostare il raggio delle indagini anche sugli ambienti criminali presenti in zona.