Simone Cristicchi fa sold out e conclude alla grande la stagione del Teatro Artemisio-Volonté di Velletri

Uno spettacolo intenso, avvolgente, poetico e pregno di significato. Non poteva esserci chiusura migliore per la splendida stagione di prosa del Teatro Artemisio-Volonté di Velletri, che per i suoi 130 anni di attività ha “festeggiato” ottimamente con una programmazione di livello altissimo. Il sold out – e non è una novità per quest’anno – è frutto del duro lavoro della Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri, diretta da Giacomo Zito, e ATCL, Circuito multidisciplinare del Lazio sostenuto dal MIC – Ministero della Cultura e dalla Regione Lazio con il patrocinio del Comune di Velletri e con la collaborazione della Fondazione De Cultura. Simone Cristicchi con il suo viaggio emozionante ha raccontato con stile e bravura “Paradiso. Dalle tenebre alla luce”, scritto da lui stesso insieme a Manfredi Rutelli.

Lo spettacolo inizia con una proiezione, che mostra il paradiso sulla terra – fatto di paesaggi sconfinati, prati fioriti e splendidi panorami, e anche l’inferno sulla terra, costituito da inquinamento e incuria. Simone Cristicchi, alternando canzoni e passi danteschi (e lo spettacolo si è celebrato in prossimità del Dantedì, data quanto mai azzeccata), conduce gli spettatori nella nostalgia dell’infinito e alla ricerca di sé. Un po’ come il viaggio di Dante dall’Inferno al Paradiso, che è un cammino iniziatico, dove la poesia diventa strumento di trasformazione da materia a puro spirito, e l’incontro con l’immagine di Dio è rivelazione di un messaggio universale, che attraversa il tempo e lo vince.

Il tutto esaurito e gli applausi scroscianti hanno suggellato una stagione ricchissima di emozioni, e il direttore artistico Giacomo Zito non ha mancato di ringraziare tutti coloro che hanno lavorato incessantemente per arrivare a questo risultato: “si può fare un bilancio oggettivo relativo all’esito della stagione. Riguardo ai numeri, primo elemento di analisi, si può affermare che su nove spettacoli in cartellone, tre hanno raggiunto il tutto esaurito (Pennac, Scifoni, Cristicchi) e che gli altri sei hanno ottenuto un riscontro di pubblico più che gratificante, raddoppiando in media il numero di spettatori della stagione precedente. Eventi fuori programma – e di significativa qualità – come “Il Vajont di tutti” e “Famiglia” hanno ulteriormente alimentato un processo di attenzione e di fidelizzazione di un’utenza non solo cittadina, ma costituita anche da spettatori di tutta l’area dei Castelli Romani e provenienti da Roma. Ma, insieme all’incremento del pubblico, l’elemento di grande soddisfazione che abbiamo potuto registrare è stata la progressiva manifestazione di gradimento nei confronti delle proposte artistiche, che, insieme al divertimento hanno offerto spunti di riflessione su tematiche di indiscutibile valore sociale, culturale, spirituale ed esistenziale; soddisfare questo bisogno, anestetizzato spesso dalle panacee mediatiche da cui la nostra vita oggi è invasa, e poter restituire all’esperienza teatrale – esperienza ontologicamente collettiva – la sua ragion d’essere, la sua necessità di esistere in questa società in vorticosa evoluzione, è ciò che, più dei numeri, può profondamente alimentare la nostra vocazione a una sincera missione culturale”.

La stagione di prosa vivrà ancora uno splendido fuori programma con Giorgio Marchesi e “Il fu Mattia Pascal” (2 aprile, ore 18.30), e con un’ultima data tutta da vivere c’è già attesa per conoscere la programmazione 2023-2024 che non deluderà le aspettative.

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