Ecco uno dei film più visti e apprezzati del genere natalizio, che vent’anni fa ridefinì il concetto di film di animazione
Quando si pensa ad un capolavoro, probabilmente non è tra i film che vengono immediatamente alla mente, ma siamo certi che, quando si immagina un film natalizio, Polar Express sia tra i primi esponenti del “genere” a cui la mente ci riporta.
Le morbide e rassicuranti atmosfere del film d’animazione targato Robert Zemeckis, hanno accompagnato il Natale di svariate generazioni e, ancora oggi, riesce a rappresentare un prodotto audiovisivo valido per la famiglia.
Cosa ha rappresentato nella storia del cinema di animazione?
Il film affronta un tema particolarmente caldo in questo periodo dell’anno: il momento in cui i bambini devono fare i conti con la disillusione della leggenda di Santa Claus. E’ scontato, prima o poi, vedere le proprie certezze venir insidiate dai dubbi sull’esistenza di Babbo Natale e Pola Express, parla proprio di questo traumatico passaggio esistenziale, che ogni bambino cresciuto in una società occidentale, avrà certamente affrontato. Dietro la macchina da presa (virtuale) ecco uno degli esponenti più virtuosi e noti della New Hollywood: Robert Zemeckis. Regista, tra le tante pietre miliari girate, di miti come Ritorno al Futuro e A Christmas Carol (di cui parleremo nei prossimi giorni), Zemeckis è uno dei principali innovatori del cinema per ragazzi.
La proposta cinematografica dell’amico e collega di Steven Spielberg, ha contribuito nel profondo a definire i canoni e le istanze del cinema per famiglie, che avrebbe invaso nel corso del secondo novecento le sale di tutto il mondo. A prescindere da una trama tutto sommato banale e fin troppo cioccolatosa, il reale pregio nel film, sta nella sua componente formale, che ancora oggi risulta sorprendentemente credibile. Il vero miracolo di Zemeckis, sta nell’aver letteralmente sviluppato una nuova tecnica di animazione, che riuscisse a trasporre nei personaggi animati le emozioni e le espressioni necessarie a veicolare le emozioni. Un’evoluzione strutturale, che ha permesso a questo grazioso film natalizio di rimanere godibile anche a ben vent’anni di distanza.