Fenomeno Saltburn: social impazziti per il nuovo psicodramma

Le conturbanti atmosfere di Saltburn stanno monopolizzando le discussioni sui social, dividendo gli spettatori tra chi lo reputa un grande film e chi è rimasto semplicemente scioccato da alcune scelte della regista

L’industria del cinema contemporaneo sembra aver compreso una lezione nel corso degli ultimi anni: per portare giovani spettatori a vedere lungometraggi di stampo autoriale, è necessario confezionare prodotti dirompenti e coinvolgere personalità attraenti per il pubblico.

Saltburn (screen Instagram) – Romacityrumors.it

La regista di Saltburn, Emelald Fennel, sembra averlo imparato sin dalla sua opera seconda, attualmente oggetto di svariate discussioni sui social.

Il coraggio di mostrarci tutto

Uscito in streaming a fine dicembre, Saltburn è una pellicola drammatica, in grado di polarizzare le opinioni. La natura impetuosa della sceneggiatura e della messa in scena, non impedisce l’espressione di un contenuto tanto controverso, quanto affascinante, ma, al contrario, permette alla poetica del film di giungere allo spettatore svuotata di qualsiasi filtro. La Fennel non solo sembra sapere che le scene più forti e crude del film avranno una risonanza mediatica, ma si serve sapientemente di questo registro espressivo, per narrarci una storia spietata. Il protagonista, interpretato da un monumentale Barry Keoghan, è un giovane studente di Oxford di umili origini, intento a scalare il più rapidamente possibile la spietata scala sociale dell’upper class britannica.

Saltburn (screen Instagram) – Romacityrumors.it

Tra amori conturbanti, magioni imperiose e agiate famiglie, Oliver Quick inizierà un percorso lungo e stratificato, fatto di raffinate dinamiche psicologiche e disturbi radicati nell’inconscio. Evidenti e volutamente in bella vista i riferimenti a Il Talento di Mr Ripley, romanzo di Patricia Highsmith, che nel 1999 ebbe un adattamento semplicemente fantastico con protagonisti Jude Law e Matt Damon. Saltburn condivide gran parte delle dinamiche del film diretto da Anthony Minghella, ma ne declina gli esiti filmici in un terreno sensibilmente più aspro e spietato. Saltburn non ha paura di mostrare nulla e, nel farlo, mette in evidenza un comparto tecnico-artistico semplicemente impressionante: ogni inquadratura, sequenza e scena, sembra vivere di un equilibrio immutabile.

Saltburn (screen Instagram) – Romacityrumors.it

La solidità estetica di ogni scena, viene accompagnata da uno studio certosino della composizione spaziale dei soggetti inquadrati, che hanno sempre un preciso significato in scena. Il risultato finale, nonostante si possa facilmente preferire altro, è un lungometraggio semplicemente splendido, caratterizzato da una quantità difficilmente quantificabile di sfumature narrative. Le dinamiche relazionali dei personaggi principali sono sviluppate tanto sul piano formale, quanto su quello contenutistico, rendendo Saltburn una fulgida espressione della settimana arte.

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