Il periodo natalizio non è soltanto un presupposto per osservare ciò che di bello ci circonda, ma, alle volte, diviene esattamente l’opposto. Recentemente è uscito un film che ce lo mostra con sorprendente efficacia
Uscito da poco, il nuovo film di Alexander Payne, The Holdovers – Lezioni di vita, è uno dei gioielli più preziosi della produzione cinematografica contemporanea, da cui tenta di distaccarsi con convinzione.
In bilico tra la dolcezza e il brutale sarcasmo, The Holdovers – Lezioni di vita, ci catapulta all’interno di un controverso racconto natalizio, in cui l'(in)utilità della famiglia tradizionale si piazza prepotentemente al centro delle dinamiche narrative presenti.
Che cos’è la famiglia? Payne risponde
Ci sono alcune immagini che, immediatamente, ci portano alla mente la tristezza o la gioia e, il Natale, in questo senso, è un fecondo generatori di tali quadri esistenziali. Difatti, immaginare un essere umano senza la propria famiglia nel giorno di Natale, a prescindere dalla religione, dal ceto sociale e dalla simpatia della persona in questione, porta immediatamente a provare empatia; al contrario, osservare una serie di persone riunite in una stanza, per condividere in famiglia un momento, genera istantaneamente un sentimento piacevole. E’ vero… le famiglie, come innumerevoli prodotti audiovisivi e altrettanti testi letterari ci hanno da sempre confermato, sono complicate e complesse, ma è innegabile che, a prescindere dalla tipologia di famiglia a cui si fa riferimento, passare un momento con i propri legami più stretti sia quantomeno gradevole. Il punto, tuttavia, è comprendere se i legami più stretti che possiede una persona, siano effettivamente corrispondenti ai propri parenti.
Un qualcosa che, come il film in questione ci dice con convinzione, non è affatto scontato. Alexander Payne torna al cinema con The Holdovers – Lezioni di vita, un atipico film natalizio, che, di fatto, diviene minuto dopo minuto qualcosa di più di un semplice palliativo da mettere in televisione durante la tombolata. Rimanere senza la propria famiglia a Natale, difatti, diviene l’espediente narrativo alla base di questo raffinato lungometraggio. Uno studente e un professore di un facoltoso liceo statunitense, si ritrovano a dover passare le vacanze natalizie insieme, all’interno dell’Istituto. Il film è ambientato negli anni sessanta e descrive, con tagliente sarcasmo, le dinamiche sociali dell’hupper class statunitense del secondo novecento. Non abbiamo alcuna intenzione di svelare ulteriormente i numerosi doni che la trama saprà fornirvi con lo svilupparsi dell’intreccio, ma vi basti sapere che, nonostante possa apparire come il prodotto meno adatto per percepire il calore familiare del Natale, ci troviamo di fronte ad un testo filmico che riesce a squarciare con arguzia molte delle convenzioni sociali che ci troviamo ad avallare quotidianamente, specie in questo periodo dell’anno.