A pochi giorni dal 25 novembre la panchina rossa contro la violenza sulle donne inaugurata all’Università La Sapienza di Roma è stata danneggiata.
Sul posto è intervenuta la Digos che avrebbe già identificato i responsabili del gesto, che dovrebbero essere denunciati. È accaduto durante la protesta di una cinquantina di persone appartenenti all’area antagonista dell’evento Amami e basta organizzato dall’Ateneo. Alcuni hanno danneggiato la panchina, che si trovava nel piazzale della Minerva.
Dalle immagini pubblicate da Zaum Sapienza nelle stories di Instagram, si vede che la panchina è stata smontata e accantonata in un cestino della spazzatura. Proprio ieri mattina uno dei simboli contro la violenza sulle donne era stata inaugurata alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri, con la rettrice Antonella Polimeni e la As Roma.
Già durante l’inaugurazione della panchina c’era stata una contestazione di alcuni che definivano l’iniziativa mera propaganda. “Questo è quello che ne pensiamo delle vostre panchine rosse”, si leggeva sui social in alcune storie in cui si vede calpestare la panchina.
L’Ateneo: “La nostra comunità stabilirà quali sono gli esempi corretti”
Sul caso è intervenuta l’Università contro il “manipolo di pochi facinorosi, tra studenti e persone estranee all’Università”. L’Ateneo condanna il gesto: “Riteniamo che l’obiettivo di un grande Ateneo come il nostro sia mettere in atto azioni concrete e simboliche, di costruire una comunità educante, di creare alleanze e costruire esempi”, dichiara la rettrice Antonella Polimeni. “Starà alla nostra comunità stabilire se l’esempio corretto è quello di chi posa simboli o di chi li distrugge. Di chi mette in atto azioni o di chi le contesta, di chi apre i centri antiviolenza, con professionisti formati, rivolti alla propria comunità e al territorio nel quartiere di San Lorenzo, oppure di chi occupa spazi, sottraendoli a tutta la comunità studentesca”.
La Sapienza ribadisce l'”impegno a contrastare ogni forma di violenza di genere attraverso attività concrete, nell’ambito di un confronto che riconosce differenze di opinione e di pensiero, ma non cede alla logica o ai soprusi di chi ricerca scontri ideologici e occasioni di strumentalizzazione”.