Fatti osceni e poco civili con striscioni rubati e scritte sulle panchine, impauriti i bambini furiosi i genitori
Striscioni rubati, rovinati e divelti. Scritte e stemmi oscurati con bombolette spray, ma anche telecamere spente e cavi delle stesse tagliati, proprio per non far vedere quanto è successo e soprattutto chi l’ha fatto. E’ quanto è accaduto al campo comunale di Frascati Amadeo Amadei dove si allena l’Accademia Calcio Frascati che condivide i campi con la Lupa Frascati.
Un fatto increscioso che ha destabilizzato un’intera comunità, con tante altre squadre di zona che sono rimaste a bocca aperta per quanto è avvenuto. I colpevoli sono ignoti, anche se i sospetti sono tanti e portano nella direzione dell’altra società, la Lupa Frascati. La stessa che condivide i campi per l’allenamento.
L’Accademia Calcio Frascati nasce a giugno del 2023 grazie all’intraprendenza del presidente Luca Rinaldis. Il primo, e strano episodio anzi sarebbe meglio dire vergognoso, accade proprio a ridosso dell’apertura, quando la nuova società, ottenuti i permessi, organizza un campo estivo il 26 giugno. Ci sono alcuni bambini che partecipano alla giornata e indossano la divisa dell’Accademia.
Il problema è che quei sei bambini sono ancora legati per quattro giorni alla Lupa Frascati che, probabilmente per ripicca e gelosia, cosa fa in maniera intelligente? Prende e denuncia alla Procura Federale quesi sei ragazzini di appena 12 anni per aver indossato una divisa diversa da quella della Lupa Frascati che avrebbero lasciato da lì a poco.
Ebbene questi sei bimbi sono stati convocati in Procura, ascoltati come se avessero fatto chissà cosa e, udite udite, squalificati. Una roba indegna che sono in Italia poteva accadere, anche perché una cosa del genere in altri paesi non sarebbe mai accaduta. Mai.
La guerra degli striscioni, i sospetti sulla Lupa
Da qui nasce tutto, con il presidente Rinaldis che cerca di mediare per far togliere la squalifica e non mortificare i bambini, ma niente l’integerrima e rigida Procura Federale (chissà quale mente abbia partorito una simile sanzione e chissà quale norma avrebbero violato ndr) non ci sente e conferma lo stop. Niente, da qui, evidentemente nasce tutto.
Già perché l‘Accademia Calcio Frascati è giovane, ma intraprendente e dopo appena un anno ha tantissimi tesserati. Non sono tante le società che fanno rivedere gli allenamenti ai ragazzi con i video e riprendono le partite.
Un’evoluzione semplice e moderna, ma che funziona e attrae, ma che, probabilmente, spaventa chi all’avanguardia non è e contrasta il tutto con mezzucci e intenzioni bellicose.
Il problema è che il Comune di Frascati, con tanto di bando e delibera ha assegnato alle due società la disponibilità dei due campi, lo stadio Amadeo Amadei e l’8 settembre, con i due club che si spartiscono tempi, date e orari.
Da dove nasce l’odio e le minacce
L’idea di Rinaldis, che è un presidente intraprendente e vulcanico, dopo che ha ottenuto il via libera dall’assessore allo Sport Riccardo Tomei, comincia a mettere gli striscioni e gli stemmi dell’Accademia sulle panchine e intorno allo stadio, ma chiedendo anche il permesso all’altra società, ribadendo di farlo insieme, ognuno col proprio stemma, ma dall’altra parte non è mai arrivata una risposta.
E così il presidente, avendo il via libera, attacca i suoi striscioni e gli stemmi negli spazi a lui consentiti. Il giorno dopo la brutta sorpresa, con panchine rovinate, stemmi imbrattati e striscioni divelti e messi da parte. Non solo. Sono state anche staccate le telecamere e tagliati i cavi delle stesse per esser sicuri che niente venisse ripreso. Ma la furbata più grande è che, chi ha commesso tutto questo, per entrare non ha scassinato o rotto i cancelli o le serrature, anzi è entrato avendo le chiavi.
E anche qui nasce il problema, anche perché le chiavi a disposizione sono soltanto per l’Accademia e la Lupa, ed ecco perché nascono i sospetti sull’altra società che non fa nulla quasi per nascondere l’odio e il fastidio di condividere lo stesso spazio, spesso aizzando anche i bambini e questa è la cosa più brutta che ci potesse essere.
I bambini sono spaventati, i genitori, naturalmente, furiosi e stanno preparando una manifestazione di protesta davanti al Comune. La Sindaca Francesca Sbardella, pare che veda tutto questo con un po’ di fastidio, ma in realtà dovrebbe sincerarsi che in quel luogo e in quegli impianti tutto proceda per il meglio e con serenità, anche perché di mezzo ci sono dei bimbi che vogliono solo giocare a calcio e non stare dietro a situazioni più grandi di loro, sulle quali non hanno colpe.
Le Istituzioni sono lì, non solo per governare, ma per controllare e vigilare che gli adulti si comportino come tali e non facciano gesti inconsulti, dispetti e minacce, e il riferimento non è certo al Presidente Luca Rinaldis e la società, famiglie dei bimbi incluse, che in questa situazione spiacevole e degradante per Frascati stessa, sono le vittime.