Alessandro Maggiore, 33enne figlio del patron della società di autonoleggi conosciuta a livello europeo, tamponò l’auto di Manuele Iencinella che morì dopo 10 giorni di agonia
Una storia drammatica, accaduta un anno e mezzo fa sulla Cassia, nel quadrante a Nord di Roma, come tante che siamo costretti a registrare quasi tutti i giorni sulle strade della Capitale che, come un bollettino di guerra, conta le persone decedute in “battaglia”. Ma in questo caso a far discutere è la sentenza arrivata proprio in questi giorni che, dopo il patteggiamento, ha condannato il ragazzo a due anni e quattro mesi, provocando la sdegnata reazione dei familiari del ragazzo rimasto ucciso nell’incidente.
Alle 23,45 del 12 aprile 2022 Alessandro Maggiore tampona una Citroen Saxo. A bordo dell’altra automobile, sulla via Cassia, c’è un ragazzo di 25 anni, si chiama Manuele Iencinella. Non doveva essere lì, ma dopo una partita di calcio aveva deciso di accompagnare un amico a casa per evitare di fargli prendere l’autobus a quell’ora.
La strada è stretta, è la provinciale che da Roma arriva fino a Bracciano. E’ buio. E’ quasi mezzanotte e quella Bmw Serie 1 è un missile a tutta velocità, lanciata a oltre 140 km/h, che quando piomba sulla piccola Citroen Saxo la fa esplodere con un urto devastante. Al volante c’è Alessandro Maggiore, 33 anni, figlio di una importante famiglia di imprenditori famosi in tutta Europa. Nella piccola utilitaria Manuele Iencinella, 25 anni, tornava a casa dopo una partita di pallone con gli amici. Nell’urto il retrotreno della Citroen rientra completamente fino al sedile di Manuele che per il violentissimo impatto viene lanciato fuori dall’abitacolo. Morirà dopo 10 giorni di agonia all’ospedale Sant’Andrea. La dinamica dell’incidente non lasciò alcun dubbio sulla colpevolezza di Alessandro Maggiore, che risultò anche ubriaco in seguito all’alcoltest. L’uomo, figlio di un grande imprenditore romano attivo nel mondo dei noleggi, tentò immediatamente di correre ai ripari. La sua famiglia in primis risarcì i familiari della vittima con mezzo milione di euro, poi con i legali, iniziò a lavorare per tentare di strappare una pena il più possibile leggera.
Per gli inquirenti si è trattato di omicidio stradale, la velocità dell’auto e il fatto che si trovasse ubriaco alla guida dell’automobile sembravano poter essere prove schiaccianti. Per questo gli avvocati del presunto assassino avevano fatto immediatamente richiesta di patteggiamento e ieri la richiesta è stata accolta dal gip Chiara Miraglia. Alla fine, Alessandro Maggiore sconterà una pena di 2 anni e 4 mesi, che però ha immediatamente generato accese reazioni di sdegno da parte dei familiari della vittima. “Una vita spezzata può valere tanto poco?”, hanno urlato alla lettura della sentenza i parenti della vittima. I genitori del ragazzo ucciso, inoltre, vengono subito risarciti dai Maggiore con una somma che supera il mezzo milione di euro.