Tentò di uccidere due fratelli all’Alessandrino: condanna esemplare

I Giudici della sesta sezione hanno emesso la sentenza di primo grado nel processo a Giuseppe Molisso. Fu lui, secondo l’accusa, a commissionare l’omicidio di due fratelli a luglio del 2021

Ordinò l’uccisione di due fratelli e per realizzare il suo intento omicida, decise di assoldare lo stesso killer che uccise Fabrizio Piscitelli, in arte Diabolik, il capo ultras della Lazio, rimasto vittima di un agguato il 7 agosto del 2019 al Parco degli Acquedotti a Roma. Per questo motivo i giudici della sesta sezione penale di Roma lo hanno condannato a quattordici anni di reclusione.

Condanna esemplare per il mandante del duplice omicidio (non riuscito) di due fratelli all’Alessandrino – Roma.Cityrumors.it

La condanna è stata comminata ai danni di Giuseppe Molisso, un pluripregiudicato di 40 anni. Secondo i giudici di primo grado sarebbe stato lui a commissionare l’omicidio dei due fratelli Costantino: Alessio ed Emanuele, nel luglio del 2021. Il duplice delitto in quell’occasione non riuscì: la pistola che avrebbe dovuto freddarli, si inceppò all’ultimo istante, evitando una strage. La Procura aveva richiesto per l’imputato una pena di 22 anni e 4 mesi, ipotizzando anche l’aggravante del metodo mafioso. Accusa che è stata lasciata cadere dal Giudice.

Molisso, secondo l’accusa, voleva uccidere Alessio e Manuele Costantino, i due figli di Andrea, “Er Verdura”, che in quel momento era in carcere a Rebibbia. Per realizzare la sua impresa, avrebbe assoldato un sicario molto conosciuto nella malavita romana: Raul Esteban Calderon, già sotto processo per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli. L’argentino (accusato anche dell’assassinio di Selavdi Shehai) era stato già condannato per lo stesso episodio il 14 aprile scorso a 12 anni, con il rito abbreviato.

Le intercettazioni: “Me stava a fa l’omicidio come Diabolik”

Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e condotte dai Carabinieri del Nucleo investigativo tramite pedinamenti e intercettazioni ambientali e telefoniche, avevano consentito di ricostruire il movente (riconducibile a dissidi sorti a seguito del pestaggio di un nipote di Molisso), la dinamica del delitto, le modalità con cui era stato incaricato il killer, individuato in Calderon. Un’intercettazione è stata fondamentale per l’accusa di Molisso. Emanuele Costantino, uno dei due fratelli scampati all’agguato, parlando al telefono con un amico e ricordando quei terribili secondi, disse: ”L’omicidio de’ Diabolik uguale, me lo stava a fa a me! Identico”. L’intercettazione è stata riportata nell’ordinanza con cui il gip aveva convalidato il fermo, emesso dalla Dda, di Molisso.

Il killer in carcere dal 2022

Raul Esteban Calderon, il sicario argentino che non riuscì ad uccidere i fratelli Costantino,  è in carcere dal 2022 perché fortemente sospettato di essere l’assassino di Fabrizio Piscitelli, leader degli Irriducibili, il gruppo Ultras della Curva nord della Lazio. Le stesse modalità erano state utilizzate anche per l’omicidio di Shehaj, freddato con un colpo di pistola da un finto runner (come in occasione dell’omicidio di Piscitelli) mentre si trovava sulla spiaggia di Torvaianica.

 

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