Sospeso dalla scuola a sei anni perchè iperattivo: la storia del bimbo riammesso alle lezione dal Tar

Una vicenda che ha destato molto scalpore quella del bambino di una scuola elementare di Ladispoli, sospeso dalle lezioni per 21 giorni perchè “troppo vivace” 

Una storia particolare di cavilli regolamentari e forse poco buon senso, è quella che in questi giorni ha attirato l’attenzione pubblica. Un bambino di sei anni, di un plesso scolastico di Ladispoli, una cittadina sul litorale a nord della Capitale, a cui i medici hanno certificato un “disturbo da deficit di attenzione iperattività” era stato, con una decisione alquanto sorprendente, sospeso da scuola per 21 giorni. Dopo aver vinto il ricorso al Tar, i genitori avevano visto comunque negato al piccolo l’ingresso in classe e soltanto l’intervento diretto del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha sbloccato la situazione.

E’ tornato a scuola il bimbo sospeso – Romacityrumors.it –

 

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla presenza di un modello persistente di disattenzione, iperattività e impulsività che interferisce con lo sviluppo e con il funzionamento della persona. I segnali della presenza di ADHD compaiono nell’infanzia e, il più delle volte, si manifestano in modo più evidente con l’ingresso nella scuola primaria.

Una storia triste e paradossale

La vicenda inizia quando un bambino di sei anni, che frequenta l’istituto comprensivo Melone di Ladispoli, viene sospeso con decisione unilaterale per 21 giorni, dal 28 febbraio al 21 marzo. Una decisione presa dallo stesso Consiglio d’istituto, perchè giudicato troppo vivace e quindi non idoneo a partecipare alle lezioni insieme ai suoi compagni. Il problema è che il bimbo soffre dalla nascita di un disturbo da deficit di attenzione e iperattività, per il quale è in cura con regolarità presso centri specializzati fin dalla nascita. I genitori immediatamente, tramite un avvocato, hanno fatto ricorso al Tar del Lazio contro la decisione della scuola e qualche giorno dopo l’istanza è già accolta con l’ordine di reintegro del bimbo e il dovere di assegnare al piccolo un numero di ore di sostegno compatibile con la gravità dell’infermità di cui è affetto”. Sembra tutto risolto, ma la scuola continua a rifiutarsi di far entrare il bimbo per seguire le lezioni, costringendo la famiglia, a quel punto, a denunciare i fatti ai carabinieri di Ladispoli.

Era stato sospeso per 21 giorni – Romacityrumors.it –

 

L’intervento del ministro

Il caso arriva dritto all’attenzione del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che dispone un’ispezione per comprendere come mai il decreto del Tar del Lazio non è stato attuato e l’invio di ispettori nella struttura per controllare che il provvedimento di reintegro venga attuato. Il preside dell’istituto si è giustificato affermando di non aver fatto entrare l’alunno a scuola perché ancora non gli era stata notificata la decisione dei giudici, ma che, una volta letta la decisione del Tar, aveva dato immediata disposizione di non impedire l’accesso al bimbo. Tutto è bene quel che finisce bene anche se, probabilmente con un pizzico di buon senso in più, si poteva anche evitare di creare tutto questo disordine mediatico dietro a una vicenda già poco piacevole di suo, ma che alla fine ha restituito il sorriso al piccolo che ha potuto riabbracciare i suoi amichetti di classe.

 

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