Sì alle telecamere in asili e case di cura, la legge passa alla Camera.

ROMA – Sulla videosorveglianza agli asili e nelle case di cura si fa sul serio. Oggi, in serata, la Camera ha approvato la proposta di legge, a prima firma Annagrazia Calabria di Forza Italia, che dispone “misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori nei servizi educativi per l’infanzia e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità”. I voti a favore sono stati 404, i Cinque stelle insieme a tutta la destra. Contrari 110, Pd e Gruppo misto.

Nella proposta parlamentare si parla di videocamere a circuito chiuso che potranno essere installate, tra l’altro, in scuole materne pubbliche e private e le cui registrazioni saranno visibili, dopo denuncia, “solo dalle forze di polizia”. Le telecamere non dovranno essere fornite “di dispositivi di comunicazione con risorse esterne”. Sarà il Garante per la protezione dei dati a definire le garanzie di sicurezza da assicurare. E per i primi tre anni, a partire dal 2018, si prevede un “fondo sperimentale” di 5 milioni di euro.

E’ la seconda volta in due anni che la Camera dei Deputati approva la proposta di legge, in mezzo c’è stato, il rinnovo del Parlamento e una serie di episodi di maltrattamenti di bambini e anziani. Nella seconda occasione la proposta ha goduto di un iter legislativo accelerato. Gabriella Giammanco, vicepresidente di Forza Italia al Senato, dice: “Il vero scoglio, adesso, sarà la sua conversione in legge al Senato, dove si era arenata nel 2016”. Per Mara Carfagna (vicepresidente alla Camera di Forza Italia) “le famiglie potranno essere più serene”. Mariastella Gelmini, capogruppo, parla di “un aiuto ai più deboli”.

“Il giacobinismo alla fine ha portato sulla ghigliottina gli stessi giacobini, per questo il buon senso è sempre preferibile alla demagogia”. Così il deputato di Civica popolare, Gabriele Toccafondi. Che spiega: “La proposta di legge votata alla Camera ha molti punti positivi: dalla formazione alla valutazione, dai concorsi e quindi dalla selezione alle verifiche sulle strutture, ma l’articolo 5 della legge prevede la possibilità di installare telecamere in ogni stanza e angolo delle strutture. Una risposta costosissima e impraticabile che non aiuta e non risolve i problemi di sicurezza. Meglio investire su formazione, selezione, controlli”. La Regione Lombardia, sul tema, è già passata alla fase operativa.

Fonte:www.repubblica.it

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