Roma, viaggio tra le edicole romane: “Un’attività che lentamente, ma inesorabilmente sta morendo”

La nostra inchiesta sui problemi e le difficoltà di un mestiere che giorno dopo giorno, inesorabilmente, vede chiudere sempre più punti vendita nell’indifferenza del Comune e delle istituzioni

Dai dati di un recente studio, risulta che negli ultimi anni in Italia, dopo la crisi dovuta alla pandemia, hanno chiuso 2.700 edicole. Sicuramente la rivoluzione di Internet è, in parte, responsabile di una situazione davvero allarmante, ma l’avvento dell’era digitale non può essere sufficiente per spiegare da sola una crisi così galoppante. Un’attività che ha provato in tutti i modi a riciclarsi cambiando destinazione d’uso e ampliando la proposta offerta, ma che, evidentemente, non è riuscita a fermare la sua stessa crisi.

Tante le edicole chiuse a Roma – Romacityrumors.it –

 

Una volta era il punto di ritrovo del quartiere o dell’intero paese. Il rito dell’acquisto del giornale al mattino era imprescindibile per migliaia di persone, poi via con il quotidiano sotto braccio si andava a lavorare. Quante chiacchiere, quante discussioni fuori dalle edicole quando le pagine di giornale raccontavano i fatti di cronaca, di politica e di sport del giorno precedente. Il mondo corre, tutto viene fagocitato in un attimo e la rete informa praticamente in tempo reale su cosa accade anche dall’altra parte del mondo.

Un mestiere che sta sparendo

C’era una volta l’edicolante di fiducia, quella figura sempre presente, tutto il giorno, tutti i giorni dell’anno, festivi compresi. Una chiacchiera, una confidenza e poi la giornata continuava con il quotidiano preferito tra le mani, da leggere con calma sul divano di casa. Roma è lo specchio fedele di una crisi del settore che riguarda tutta il paese, sono decine e decine i chioschi che vediamo malinconicamente chiusi per le strade della Capitale, per una crisi che non risparmia i quartieri del centro come quelli periferici. Le edicole stanno morendo a macchia di leopardo senza distinzione di casta o di ricchezza della zona. Ogni anno quasi il 4% delle edicole abbassa per sempre la serranda, a Roma si calcola che almeno 2-3 a settimana chiudono perché non possono più andare avanti, tanto che nell’ultimo anno ha chiuso circa il 20% delle edicole. “Un lavoro, un mestiere quello del giornalaio che è destinato per forza di cosa a sparire”, ci racconta amareggiato Andrea che da 12 anni porta avanti un’edicola di Casal Bernocchi, nella periferia sud di Roma, “quasi ogni mese si combatte per arrivare a pagare tutto ciò che dobbiamo pagare, fornitori, tasse e bollette varie. Una delle ultime batoste ci è stata data dall’aumento del costo dell’energia. I chioschi sono in lamiera, d’inverno si gela mentre d’estate è impossibile resistere al caldo asfissiante e siamo costretti a ricorrere a un piccolo condizionatore che però adesso ha fatto schizzare la bolletta energetica alle stelle”.

Trasformate in fornitori di servizi – Romacityrumors.it –

 

Diversificare i servizi

Negli anni le edicole, proprio per resistere alla crisi della carta stampata, si sono dovute reinventare e sono diventate degli empori dove trovare un po’ di tutto, cartolerie, negozi di giocattoli, librerie e fornitori di servizi come il pagamento delle bollette o punti di raccolta delle spedizioni. “L’edicola come rivendita di giornali è già morta”, continua Andrea, “i giornali oramai non si vendono più. Fino a prima del Covid la mattina ricevevo dalla distribuzione fino a 60 copie de “Il Messaggero” e 40 del “Corriere dello Sport”, e quasi ogni giorno non avevo nessuna resa, li vendevo tutti. Oggi mi arrivano non più di 20 copie delle maggiori testate romane e me ne avanzano 4/5 al giorno”. Quotidiani e periodici oramai non tirano più, resistono le raccolte e i fumetti. Ci siamo dovuti reinventare altrimenti come semplice edicola avrei chiuso da anni. Ora siamo dei fornitori di servizi, punti raccolta dei pacchi Amazon, ho fatto l’accordo con le società per l’emissioni dei biglietti per lo stadio, concerti e eventi e poi possiamo pagare qualsiasi tipo di bolletta, dalle energetiche a quelle comunale. Ma parliamo comunque di pochi spicci, 60, 80 centesimi per i pacchi in deposito o un paio di euro per il pagamento delle bollette”. Lo stato ha provato ad andare incontro agli edicolanti, soprattutto nei mesi successivi alla pandemia, ma sono i costi, nel frattempo schizzati alle stelle a essere insostenibili. Distribuzione e case editrici, tutti hanno aumentato i costi e resistere diventa quasi impossibile. 

Chiuso quasi il 45% all’anno di edicole in Italia – Romacityrumors.it

 

La mazzata del suolo pubblico

L’ultimo balzello, che rischia davvero di mettere definitamente al tappeto un’intera categoria, è quello dell’aumento deciso dal Comune di Roma della tassa sull’occupazione del suolo pubblico. Gli edicolanti infatti sono ancora in attesa dei nuovi bollettini di pagamento, che di solito arrivavano entro il mese di gennaio, e l’attesa si fa snervante perché si parla di aumenti che potrebbero sfiorare addirittura il 45%. “Ho sentito anche io dei probabili aumenti, ma sono in attesa del bollettino”, ci racconta Massimiliano che da quasi 20 anni porta avanti l’edicola sulla via Laurentina all’altezza della Cecchignola, la città militare a Roma sud. “Io ho sempre pagato intorno alle 380 euro a trimestre, perchè il costo del suolo pubblico varia da zona a zona, ma ora ho sentito che potrei arrivare a pagare quasi 500 euro a bolletta, con un aumento di quasi il 25%. Un salasso senza fine e soprattutto senza motivo, visto la crisi del settore. Noi su ogni giornale venduto guadagniamo 20/30 centesimi di euro e di giornali se ne vendono sempre meno. Personalmente siamo al 60% in meno, ecco perchè tutti siamo stati costretti a diversificare l’attività.

Duemila edicole di Roma erano state autorizzate dal Comune, al termine della pandemia, a poter effettuare i certificati per i cittadini. A fronte di un euro di guadagno a certificato emesso, era più il tempo che perdevo per tutta la procedura burocratica che c’era da assolvere che altro, quasi serviva una persona in più per seguire tutta l’operazione”. Per quanto mi riguarda da alcuni mesi ho deciso di restare chiuso il pomeriggio, almeno risparmio sulle spese correnti”. Nella giornata di lunedì 25 marzo gli aderenti alle sigle Slc Cgil, Cisl Giornalai, UilTucs giornalai, Snag Confcommercio, Fenagi Confesercenti di Roma, hanno deciso di darsi appuntamento all’ombra del Marco Aurelio, per protestare proprio per l’ingiusto aumento della Cosap e perché l’amministrazione non riconosce il ruolo sociale che gli edicolanti ricoprono, poi sarà indetto anche uno sciopero con la chiusura totale delle edicole con modalità che saranno comunicate più avanti.

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