Una sorpresa davvero inaspettata è emersa dall’analisi dei dati pubblicati da una ricerca effettuata da una nota azienda specializzata nel settore della mobilità elettrica
Anche se la rivoluzione elettrica del parco auto circolante in Italia fatica ad affermarsi, continuano invece ad aumentare il numero delle colonnine di ricarica a disposizione degli automobilisti. Infatti, questa resta una delle reali problematiche che ancora spaventano gli italiani troppo preoccupati di rimanere “spenti” all’improvviso perchè impossibilitati a ricaricare la propria vettura per mancanza dell’adeguato numero di colonnine. Ma forse qualcosa sta cambiando.
Nel febbraio dello scorso anno, il Parlamento europeo ha definitivamente approvato a maggioranza, con 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astensioni, il divieto di mettere in vendita i veicoli con motori endotermici dal 2035. Una misura che fa parte del piano “Fit for 55”, presentato dalla Commissione europea lo scorso luglio, che si compone di tredici diverse iniziative politiche che nel complesso mirano a ridurre entro il 2030 le emissioni del 55 per cento rispetto ai livelli del 1990, e poi a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Lo stop ai motori a scoppio
La svolta elettrica imposta dal Parlamento europeo ha letteralmente stravolto il mercato delle auto e le strategie aziendali di tutte le case automobilistiche del mondo. Lo stop ai motori endotermici entro il 2035 ha per forza di cose portato a rimodellare la progettazione e la produzione di vetture di nuova concezione, ibride, plug-in o del tutto elettriche, di pari passo poi con l’installazione di colonnine elettriche di ricarica in tutto il paese, fondamentali per gli spostamenti e le ricariche delle auto elettriche. Il momento della verità è atteso per il prossimo anno, quando le case automobilistiche europee saranno chiamate ad aumentare la produzione di veicoli puliti per rispettare la tabella di marcia verso l’addio al motore a combustione. Anche perchè in questo momento il mercato delle auto elettriche in Italia resta un vero flop. Nei primi nove mesi del 2024, infatti, il processo di elettrificazione è andato avanti a singhiozzo, con rallentamenti e risultati lontani dalle aspettative.
Il record di colonnine a Roma
Una mentalità da rimodellare quella degli italiani, da sempre appassionati di auto, ma ancora molto restii a entrare nell’idea elettrica. Uno dei problemi da risolvere, che in questi mesi ha rallentato lo “switch” nella testa degli automobilisti italiani, è la paura di non trovare disponibile la colonnina di ricarica, ma una recente statistica ha però messo in evidenza un cambiamento importante. Motus-E, l’associazione della filiera della mobilità elettrica, ha pubblicato i dati del suo consueto monitoraggio trimestrale: allo scorso 30 settembre, le colonnine aperte al pubblico nella Penisola sono 60.339, 13.111 in più rispetto al settembre dello scorso anno, con 9.661 nuovi punti dall’inizio dell’anno e 3.347 nell’ultimo trimestre. Nel 2021 le colonnine erano poco meno di 25mila, nel 2022 erano 32.776, negli ultimi due anni il loro numero è pressoché raddoppiato, un vero e proprio record che testimonia lo sforzo per adeguare la rete di ricarica a disposizione sull’intero territorio nazionale. E capofila di questa crescita è risultata proprio la città di Roma e la sua provincia, che ha continuato a espandere la rete di colonnine di ricarica elettrica per le auto, con una velocità che ha portato l’intera area metropolitana a essere la provincia italiana dove il servizio è più diffuso. I dati parlano chiaro, nel 2024, le colonnine di ricarica hanno raggiunto quota 4.919 punti di ricarica, facendo registrare un +1346 rispetto a settembre 2023, superando così Milano fermo a 3.999 punti, Napoli con 2.879 punti, Torino e Brescia. In pratica, secondo i dati sulle vetture elettriche vendute, nella Città Eterna si trova un’auto green ogni 131 auto con il motore a scoppio, mentre in Italia lo stesso rapporto è di una ogni 242.