Le indagini del Campidoglio hanno trovato una serie di strutture illegali. L’assessore Onorato: “Per il mancato pagamento della tassa di soggiorno, ogni anno perdiamo milioni”
Il Campidoglio ha scoperto una vera e propria città nella città. Una lunga serie di imprese familiari capaci di generare reddito e di non dichiararlo. Una sorta di vera e propria pirateria imprenditoriale con oltre dodicimila strutture alberghiere illegali. Bad and breakfast non dichiarati, capaci di ospitare i turisti ma senza pagare nessuna tassa. Un mondo di illegalità che ha portato albergatori e responsabili delle principali strutture ricettive ad alzare la voce e a protestare in modo vibrante.
Secondo i controlli effettuati dal Comune, sarebbero oltre 12.000 i B&B illegali, che hanno sfruttato la legge nazionale che regola il settore degli affitti brevi turistici, integrata dalle norme regionali. Una norma che, se studiata in punta di diritto, lascia ampi spiragli in cui i furbetti dei Bad and Breakfast sono stati capaci di inserirsi. Molte strutture hanno creato un vero e proprio business, soffiando centinaia di clienti a chi è in regola.
A Roma e in provincia sono sorti mini alberghi fai da te e B&B, trasformando le case delle nonne o degli appartamenti in cui da anni nessuno abitava. Le strutture illegali sono sorte in modo continuo, senza nessuna certificazione ufficiale da parte della Regione chiamata a concedere un numero, un patentino, una targa. Le strutture sorte invece non hanno mai pagato nessuna tassa di soggiorno al Campidoglio. Quello che i gestori risparmiano in tasse, solitamente viene investito in pubblicità sui social, per attirare nuovi clienti.
I controlli effettuati dal Comune hanno portato alla luce una lunga serie di irregolarità che, secondo i responsabili, sono aumentate in vista dell’imminente arrivo del Giubileo. “Questo sta spingendo molti privati ad acquistare e a mettere a reddito degli appartamenti a fine turistico”, ha confermato l’assessore al Turismo del Comune di Roma Alessandro Onorato. Ma l’abusivismo galoppante, sta portando problemi alle casse del Comune. “Secondo le nostre stime l’evasione della tassa di soggiorno è tra i 20 e i 40 milioni”, ha ribadito Onorato al Corriere della Sera. “I turisti devono poter scegliere tra alberghi e appartamenti, nessun dubbio su questo, ma il nostro obiettivo è preservare il centro storico di Roma, la sua identità, la sua cultura e la vivibilità. Porre un freno alle strutture extralberghiere nel sito Unesco è un dovere. È assurdo che il Comune non possa limitare le aperture in una specifica zona di Roma, peraltro già penalizzata da questo fenomeno. Ci sono condomini ormai senza residenti, come avviene anche a Firenze, Venezia, Milano e Napoli. Solo in Italia le amministrazioni hanno le mani legate. Francia, Spagna e altri Paesi europei danno grandi poteri di regolamentazione alle città”.
Il Comune sta studiando un modo per combattere l’evasione e cercare una collaborazione con i principali portali del settore. Ai quali spesso si rivolgono le strutture illegali. “Basterebbe un decreto legge di tre righe per impedire alle oltre 10mila strutture extralberghiere abusive di poter utilizzare Airbnb, Booking ed Expedia, ma incredibilmente la ministra Daniela Santanchè non fa nulla. Se diventasse obbligatoria l’esposizione del codice autorizzativo che il Comune rilascia per poter accedere alle piattaforme di vendita, l’abusivismo non esisterebbe”. Il Campidoglio, dopo aver trovato le strutture illegali, sta cercando di scovare delle soluzioni per rimettere in ordine le cose. “Stiamo ragionando su una certificazione di qualità per le strutture extralberghiere, per premiare chi lavora bene e aiutare i turisti nella scelta. Roma vive una stagione da record grazie agli investimento che abbiamo fatto per portare in città grandi eventi sportivi, culturali, concertistici e della moda che hanno generato nuovi flussi facendo aumentare a dismisura la domanda di ospitalità”, ha chiuso Onorato.