Nel corso del corteo realizzato nella capitale, è stata nuovamente presa d’assedio la sede dell’Onlus, che da anni si batte per gli aiuti alle famiglie
Un nuovo attacco alla sede romana di Pro Vita, arrivato ieri durante la manifestazione transfemminista che si è svolta nel cuore della città. Sono stati bruciati manifesti, lanciati slogan evocativi. E la sede è stata presa d’assedio. I partecipanti al corteo hanno raggiunto via Merulana, dove è presente la sede dell’Onlus, ed hanno dato vita ad un ennesimo attacco. I video e le foto che Pro Vita ha pubblicato sui propri profili social sono eloquenti.

Il presidente Jacopo Coghe, sul suo profilo Facebook ha pubblicato le immagini dell’ennesimo caso di intimidazioni ricevuto dall’Onlus, che solo un anno fa, il 25 novembre del 2024 fu assalita con il lancio di un ordigno e con la devastazione della sede sociale. In quel caso diverse forze politiche scesero in campo per dare solidarietà. “Ci hanno dipinto come nemici delle donne”, fanno sapere dall’organizzazione, che vuole invece ricordare tutti i passaggi messi in campo negli anni a beneficio delle famiglie e delle donne.
Le reazioni e lo sdegno generale: “Deve intervenire il Presidente della Repubblica”
“Bruciare i nostri manifesti al grido di ‘Le sedi di Pro Vita si chiudono col fuoco ma con i pro vita dentro sennò è troppo poco’ non è protesta: è intimidazione squadrista. È la conseguenza diretta di anni di demonizzazione orchestrata da una parte della sinistra, da certi media e dai collettivi Lgbtq+ che ci dipingono come nemici delle donne, quando invece difendiamo la vita dei bambini non nati e la dignità della maternità”, ha scritto Coghe in un lungo messaggio. “In un giorno che dovrebbe essere dedicato esclusivamente alla condanna di ogni violenza sulle donne, assistere a questi gesti di odio e vandalismo è la dimostrazione più evidente dell’ipocrisia di certi ambienti transfemministi”.

Un messaggio che ha scatenato i commenti sui social: “Anni di plagio ideologico portano seminare distruzione, come fu col fascismo e nazismo. Purtroppo non studiano la storia e se la prendono con chi non reagisce con la violenza”. Altri chiamano in causa le istituzioni: “Ma come è possibile che il presidente della repubblica non spenda una parola per richiamare alla responsabilità e per pacificamente il Paese? Di fronte a questa violenza che inneggia alla morte e mette a ferro e fuoco le città?”. Pro Vita chiede proprio l’intervento delle Istituzioni. Insieme alla denuncia delle intimidazioni subite dalla Onlus è stato chiesto alla politica “di prendere ufficialmente le distanze da questi atti intimidatori”.
Non si tratta del primo episodio e (come sottolineano molti commenti “nonsarà purtroppo l’ultimo”). “All’angolo con via Merulana – conclude Coghe – alcuni partecipanti hanno bruciato dei cartelli con i loghi di Pro Vita & Famiglia, vicino alla nostra sede oggi presidiata dalla polizia, che ha così per l’ennesima volta impedito ai violenti di avvicinarsi e attaccare la sede come successe il 25 novembre 2023 quando fu lanciato un ordigno solo per caso non esploso e furono distrutte le vetrine della sede”.