Polizia di Stato
Nel primo, l’uomo ha aggredito la compagna incinta tentando di farla abortire, nel secondo invece l’aggressore si è barricato nella casa della ex minacciando di farla esplodere
Ancora due diversi episodi per maltrattamenti in famiglia.
Sono stati gli agenti del reparto volanti e del Commissariato Prenestino ad intervenire ieri mattina in via delle Acacie per una segnalazione di lite in famiglia.
Su posto, i poliziotti hanno trovato una donna in stato di gravidanza, che lamentava dei dolori alla testa e presentava numerose ecchimosi al viso.
La giovane ha dichiarato che il compagno, dopo averla aggredita, l’aveva trascinata per i capelli scaraventandola giù per le scale.
La stessa lamentava dei dolori alla pancia, per cui veniva soccorsa nel vicino ospedale dove le veniva diagnosticata una sospetta frattura al setto nasale, con prognosi di 15 giorni.
Intanto gli agenti diramavano per radio la descrizione dell’aggressore che si era allontanato con la propria auto prima del loro arrivo.
Le indagini accertavano che la donna aveva presentato una denuncia per maltrattamenti lo scorso ottobre, inoltre le condotte violente dell’uomo venivano confermate dai vicini e dai conoscenti della donna.
Rintracciato dagli agenti del reparto volanti, l’aggressore, identificato per S.S. di anni 25, è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e tentata interruzione di gravidanza non consensuale.
Il secondo episodio invece riguarda A.R., cittadino bengalese di 47 anni, che è stato arrestato dagli agenti dei Commissariati Prenestino e Porta Maggiore.
Intervenuti in via dei Ciceri, i poliziotti hanno accertato che lo straniero si era chiuso nell’abitazione della ex compagna, minacciando di farla saltare.
Fortunatamente la donna, con la figlia minore, era riuscita a scappare rifugiandosi in strada.
Grazie anche all’aiuto di una pattuglia dei vigili del fuoco, i poliziotti entravano nell’appartamento, bloccando l’uomo che li minacciava con un coltello.
Il bengalese, accompagnato negli uffici di polizia, è stato arrestato oltre che per maltrattamenti in famiglia anche per minacce aggravate a pubblico ufficiale.