A Roma è bufera taxi: la protesta è veemente e coinvolge una parte precisa della città, svelato il motivo
A Roma, il traffico è sempre stato uno dei temi più discussi, e la situazione non sembra migliorare. Tra le vie congestionate e i lavori infiniti, anche i taxi faticano a trovare la loro giusta collocazione. I romani e i turisti si trovano spesso a dover fare i conti con lunghe attese e corse che si allungano per via della mancanza di parcheggi e delle incessanti modifiche alla viabilità.
La città, già da tempo alle prese con il caos della circolazione, sembra non avere trovato una soluzione definitiva per la gestione dei trasporti pubblici e privati, e i tassisti ne stanno pagando un prezzo particolarmente alto. In un contesto come quello di Roma, dove il traffico è un nemico quotidiano, anche il più semplice dei servizi come quello dei taxi si trasforma in una vera e propria sfida.
Se a questo aggiungiamo le problematiche legate ai parcheggi, ecco che si delinea un quadro davvero complicato. Le aree di sosta per i taxi sono sempre più limitate, mentre le modifiche al traffico, spesso imposte da lavori pubblici e da eventi straordinari, rendono il lavoro dei conducenti ancora più difficile.
Taxi, i motivi della protesta: c’entra la stazione Termini
Uno dei focolai di protesta degli ultimi mesi riguarda la stazione Termini, uno dei principali snodi di trasporto della città. Qui, infatti, i tassisti si trovano a dover fare i conti con un parcheggio ridotto e con aree di carico e scarico clienti chiuse a causa dei lavori di restyling di Piazza dei Cinquecento.
Da quando sono stati avviati i cantieri, la viabilità intorno alla stazione è stata completamente stravolta. Le auto bianche ora devono accedere alla stazione attraverso via De Nicola, ma questo ha creato un vero e proprio ingorgo di veicoli. I tassisti si ritrovano a dover aspettare minuti, se non addirittura ore, per caricare i clienti, con il risultato che il traffico in zona diventa ancora più caotico.
A peggiorare la situazione, la chiusura di altri parcheggi taxi storici, come quelli di Santa Maria Maggiore, Porta Pia e Piazza Cavour, e la trasformazione in parcheggi a pagamento di alcune aree precedentemente destinate ai tassisti. La protesta di Uritaxi, una delle principali associazioni di categoria, non si è fatta attendere: i conducenti denunciano di non riuscire a trovare spazi liberi per sostare, costringendoli a girare a vuoto per la città o, peggio ancora, a fermarsi in aree non autorizzate, rischiando multe pesanti.
Taxi, non solo il problema parcheggi: che caos
Questo problema dei parcheggi si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà del settore, che comprende anche l’arrivo di nuove licenze taxi. A breve, infatti, dovrebbero entrare in circolazione 1.000 nuovi taxi (con l’introduzione di seconde guide), ma la categoria teme che l’aumento delle vetture, senza un adeguato potenziamento delle aree di sosta, possa solo peggiorare la situazione, creando ulteriori disagi.
A questo punto, la domanda sorge spontanea: se da un lato si cerca di ampliare il numero di veicoli, dall’altro perché non si interviene anche sulla gestione dei parcheggi? Il rischio è quello di saturare ulteriormente una città che già fatica a gestire il traffico quotidiano.
La città di Roma, quindi, si trova di fronte a una vera e propria impasse. I tassisti sono esasperati e, in molti casi, costretti a lavorare in condizioni difficili, con una gestione del traffico e dei parcheggi che sembra non rispondere alle esigenze della Capitale. E se è vero che l’industria del trasporto pubblico e privato è fondamentale per il funzionamento della città, la domanda che i romani e i turisti si pongono è una sola: quando arriverà una soluzione che permetta di migliorare la qualità dei servizi senza aumentare la confusione già esistente?