Zona rossa a Roma, la decisione fa discutere: il Prefetto ha una teoria precisa

Quando si parla di sicurezza a Roma, si sa, le soluzioni facili non esistono. Eppure, nelle ultime settimane si è discusso parecchio di come affrontare certe zone della città considerate più critiche

Passo indietro importante sulla possibilità di istituire delle zone rosse a Roma in vista del Giubileo. A prendere posizione è stato il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, che ha bocciato l’idea delle “zone rosse”, preferendo invece un approccio diverso: le zone a vigilanza rafforzata.

Roberto Gualtieri sindaco di Roma a via San Teodoro
Polemiche per la decisione del sindaco Gualtieri e del Prefetto sulla zona rossa (Foto: Ansa) – roma.cityrumors.it

Cosa cambia? A prima vista potrebbe sembrare solo una questione di parole, ma dietro c’è una strategia ben precisa. Durante il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, Giannini ha spiegato che l’obiettivo è puntare su controlli mirati e temporanei, focalizzandosi su alcune aree come la stazione Termini, la Tuscolana e il quartiere Esquilino. Non sarà una semplice “pulizia a macchia d’olio”, come si potrebbe immaginare con le zone rosse, ma un piano studiato per intervenire là dove serve, senza rischiare di aggravare il problema altrove.

Secondo il prefetto, la stazione Termini è già tra i luoghi più sorvegliati della Capitale, soprattutto in vista degli eventi legati al Giubileo. Tuttavia, questo aumento di controlli ha prodotto un effetto collaterale: alcune attività illegali si sono spostate nelle zone limitrofe. Per contrastare questo fenomeno, le forze dell’ordine sono pronte a intensificare la loro presenza in alcuni punti chiave della città.

L’idea non è di creare barriere o misure rigide, ma di monitorare continuamente le situazioni che emergono, basandosi anche sulle segnalazioni dei cittadini. Una soluzione flessibile, insomma, ma con un obiettivo chiaro: prevenire crimini e garantire sicurezza, senza trascurare nessun dettaglio.

Perché il no alle zone rosse del Prefetto Giannini

E qui arriva il cuore della questione. Perché scartare le famose zone rosse che si erano paventate per Roma Termini ed Esquilino ? Sia il prefetto che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, concordano sul fatto che interventi “spot” rischiano di essere controproducenti. Creare un’area off-limits per i soggetti pericolosi non elimina il problema, lo sposta semplicemente altrove. È come tappare un buco su una diga: l’acqua troverà sempre un’altra via.

il Prefetto di Roma Lamberto Giannini nel corso di un convegno sulla violenza contro le donne
Il prefetto Giannini ha preso una posizione netta sulla zona rossa (AnsaFoto) – roma.cityrumors.it

Gualtieri ha ribadito che la soluzione deve essere strutturale. Il suo obiettivo? Trasformare Roma in una “grande zona bianca”, dove la sicurezza non sia solo una promessa, ma una realtà visibile in ogni quartiere, dal centro storico alla periferia.

Non sono mancate, ovviamente, le critiche. Dall’opposizione, consiglieri come Rachele Mussolini e Francesco Carpano hanno accusato Gualtieri di sottovalutare il problema. Secondo loro, misure come le zone rosse, già adottate con successo in città come Milano e Bologna, potrebbero fare la differenza anche a Roma, soprattutto in vista di grandi eventi.

Ma la domanda rimane: ha senso limitarsi a interventi rapidi e circoscritti, sapendo che il problema si sposterà da un’altra parte? Oppure è meglio investire su una strategia più ampia e sostenibile, anche se richiede più tempo? Quello che è chiaro è che il dibattito sulla sicurezza non si esaurisce qui. Roma si prepara a una fase delicata, dove ogni decisione peserà non solo sulla percezione dei cittadini, ma anche sulla vivibilità della città.

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