“No allo stadio della Roma”: scatta la protesta dei comitati di residenza

I comitati di residenza del quartiere di Pietralata insorgono e sono pronti a scrivere al Comune. “In quella zona era previsto altro”

In principio fu Dino Viola, poi toccò a Franco e Rossella Sensi, a Pallotta e infine ai Friedkin. La costruzione dello stadio di proprietà della Roma anima da anni discussioni, dibattiti e speranze. I tifosi sognano una casa dove poter seguire i propri idoli da vicino. Un complesso da vivere h24, 365 giorni l’anno e non solo nei giorni delle partite. Ma spesso, i sogni si sono infranti contro ritardi, burocrazie e impedimenti.

I comitati di quartiere hanno minacciato esposti per dire no al progetto del nuovo stadio della Roma. Roma.cityrumors.it

Anche quando l’iter sembrava avviato, i dirigenti che negli anni si sono succeduti alla guida del club, hanno dovuto fare i conti con brusche frenate. Rossella Sensi presentò il plastico del progetto, in una conferenza avveniristica; Pallotta era convinto di riuscire a portare a termine la costruzione del nuovo impianto in tempi stretti nella zona di Tor di Valle, presentando in Campidoglio un progetto di oltre 800 pagine.

Lo stadio a Pietralata: come procede l’iter?

L’attuale società giallorossa ha fatto importanti passi in avanti con l’amministrazione comunale, portando avanti il progetto del nuovo stadio a Pietralata. Lo scorso 9 maggio il Campidoglio ha dato l’ok all’interesse pubblico, un provvedimento necessario, e previsto dalla legge sugli stadi, per poter avviare la successiva conferenza dei servizi decisoria. Ma sul progetto del nuovo stadio della Roma sorgono dubbi, e proteste. I comitati di residenza della zona infatti si dicono pronti alla battaglia.

La zona dove l’impianto dovrebbe sorgere infatti, l’area dell’ex Sdo di Pietralata, era stata inizialmente destinata a verde pubblico. Secondo i residenti, il Comune, nel corso degli anni, non ha mai portato a termine la realizzazione del progetto, che necessitava dell’esproprio  delle particelle private di terreno. Attraverso un comunicato congiunto, i comitati contrari allo stadio, si dicono pronti ad annunciare possibili nuovi esposti in Procura sul caso.

Il comunicato dei residenti: “No allo stadio della Roma”

A firmare la nota sono i comitati Arci Pietralata, Popolare Monti di Pietralata, Tiburtino Nord e Pietralata, comitato Cittadino Pietralata Tiburtini, Pratone di Torre Spaccata, NO STADIO Lanciani/Nomentana, Stadio Pietralata NO GRAZIE Comitato Villa Blanc. Nel testo viene spiegato che: “L’area ex Sdo individuata dalla A.S. Roma S.p.A. per la realizzazione del ‘Nuovo Stadio della Roma’ è stata indicata come di proprietà di Roma Capitale. Si tratta dell’area che nel 2001-2003 è stata oggetto delle ordinanze sindacali di esproprio per la realizzazione del Sistema direzionale orientale. Un progetto, di fatto, mai realizzato e che negli anni a seguire, sulla base dei successivi progetti di pianificazione urbanistica, ha previsto che l’intera area fosse destinata a ‘verde pubblico’ (Parco di Pietralata)”.

Il sindaco Gualtieri si sta battendo in prima persona per il nuovo stadio della Roma Roma.Cityrumor.its

Viene ricordato il ruolo del Campidoglio nella vicenda. “Il disinteresse dell’Amministrazione comunale verso l’area si è anche tradotta nella mancata trascrizione degli espropri, cosicché numerose particelle non sono mai state ‘intestate’ a Roma Capitale, se non negli ultimi mesi!” proseguono ancora. “È emerso, infatti, che il Comune di Roma si sia ‘ricordato’ di essere il proprietario di parte di questa area solo nel periodo aprile/maggio del 2023 (ben 21 anni dopo), allorquando alcuni dei possessori storici delle aree, con l’ausilio del proprio legale, l’Avv. Luca Zerella, hanno deciso di far valere il possesso ultra ventennale domandando l’usucapione delle aree (causa iscritta al ruolo nei giorni scorsi)”. 

In conclusione, “questi atti di sciatteria e noncuranza della cosa pubblica, per i quali stiamo valutando di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, hanno di fatto impossibilitato la presa in carico e la cura dell’area verde destinata a parco pubblico impedendo al contempo, a qualsiasi Giunta susseguitasi negli anni, di dare seguito ad attività di progettazione, manutenzione e gestione delle aree, che sono quindi state lasciate colpevolmente in uno stato di ventennale abbandono”. 

 

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