Il leader della protesta che sta infiammando, dopo l’Europa, anche l’Italia, ha annunciato che arriveranno anche nella Capitale per far sentire le loro ragioni
La “protesta dei trattori” è un fenomeno che da alcuni anni viene messa in atto in tutta Europa e che vede agricoltori e operatori del settore agricolo organizzare manifestazioni in cui i trattori sono mezzo di protesta per attirare l’attenzione sulle questioni che li riguardano. Invece di scendere in strada a piedi e protestare dietro uno striscione a colpi di slogan, alzano la voce contro politiche agricole governative, condizioni di mercato sfavorevoli, marciano con i loro mezzi di lavoro, creando inevitabili disagi che gli permettono comunque di farsi notare.
Gli agricoltori prendono di mira soprattutto le politiche dell’Unione Europea, alcune decisioni prese negli ultimi anni, sono spesso al centro del malcontento dei lavoratori dei campi, soprattutto per quanto riguarda misure per rendere la Politica Agricola Comune (PAC) più sostenibile. Perchè ritengono renderà il settore agricolo europeo meno competitivo rispetto alle importazioni.
Era già accaduto nel 2019, ma questa volta la voce, o meglio il rombo del motore dei loro trattori, si sta sentendo molto più forte e soprattutto la loro protesta si sta davvero allargando. Mezza Europa è in balìa delle proteste degli agricoltori e dei loro trattori che bloccano strade e autostrade. Prima la Germania, poi la Francia, con la Capitale Parigi isolata dai blocchi stradali messi in atto, poi anche la Spagna e la Grecia e infine l’Italia. Tutti insieme per chiedere un cambio nelle politiche economiche europee in materia di agricoltura. Nel nostro paese i primi a mobilitarsi sono stati gli agricoltori di Sardegna e Sicilia, i primi a mettersi in marcia alla guida dei loro mezzi di lavoro. Azioni simboliche finalizzata ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sui problemi del settore agricolo, anche nel nord ovest dell’Isola. Motori accesi, clacson spiegati, poca voglia di parlare, soltanto quella di farsi ascoltare, puntando il dito contro Bruxelles.
Oggi è arrivato l’annuncio che la settimana prossima la protesta arriverà nella Capitale. L’intenzione da parte degli agricoltori infatti è quella di marciare su Roma, per farsi ascoltare dal governo. “Porteremo la protesta a Roma. Nei prossimi giorni ammasseremo i trattori fuori dalla città. Non ci saranno blocchi, ma sicuramente disagi: ci aspettiamo migliaia di adesioni da tutta Italia“, ha detto Danilo Calvani, leader della rivolta degli agricoltori italiani che si sono uniti alla proteste dei loro “colleghi europei”. “Tra domani e dopodomani comunicheremo le date e i luoghi. Nei giorni successivi cominceremo a spostare i mezzi. Poi, abbiamo la volontà di fare una manifestazione, senza mezzi, a Roma nei giorni successivi. Il Governo non ci ascolta e le sigle non ci rappresentano più”, ha aggiunto. “Faremo tanti presidi intorno a Roma. Ho già fatto accordi con le questure. Questo ci viene concesso tranquillamente”, ha concluso il leader della protesta.