La protesta infiamma la Capitale, non soltanto gli agricoltori in piazza: “Roma e l’Europa ci devono ascoltare”

Una lunga giornata di protesta cominciata questa mattina, e che terminerà soltanto in serata, nei luoghi simbolo della città e davanti alla sede del Comune in Campidoglio

La protesta degli agricoltori, che da una settimana hanno raggiunto Roma a bordo dei loro pesanti mezzi di lavoro, non si è fermata nonostante il taglio dell’Irpef annunciato dal governo nella giornata di martedì, anzi è raddoppiata proprio perchè, nel frattempo, sono comparse altre sigle a firmare i vari presidi dislocati alle porte della Capitale. E oggi varie manifestazioni, alcune soltanto simboliche come la sfilata di alcuni trattori intorno al Colosseo, hanno fatto sentire la loro voce di dissenso.

La protesta in Campidoglio – Romacityrumors.it –

 

Ora le richieste degli agricoltori non sono più rivolte soltanto alle politiche troppo green della Commissione europea, ma anche allo stesso governo, per chiedere un sostegno economico a una crisi che si sta facendo davvero sentire. Al punto di raccolta di via Nomentana, il primo presidio che aveva raccolto oltre 500 trattori provenienti da tutta Italia, a cavallo dello scorso weekend, rimangono quasi duecento mezzi del neonato Maf (Movimenti agricoli federati), quelli che non si accontentano dell’impegno da parte del ministero dell’Agricoltura di aprire un tavolo tecnico di confronto.

Le manifestazioni a Roma

Più sigle, più comitati e più manifestazioni. Roma oggi è stata teatro di più di una protesta, più di una manifestazione per le vie del centro storico. Due trattori sono arrivati davanti al Colosseo per la manifestazione “Te lo do io il made in Italy” sfilando intorno all’Anfiteatro Flavio scortati da una volante della Polizia tra lo stupore delle centinaia di turisti intenti a fotografare l’antico monumento. Quelli del Cra agricoltori traditi” si sono dati appuntamento in oltre 5mila al Circo Massimo, mentre gli aderenti al movimento di “Altragricoltura e Popolo Produttivo” si sono ritrovati in piazza del Campidoglio, proprio sotto la statua del Marco Aurelio, scegliendo come simbolo della loro protesta la casa della Giunta Capitolina. Agricoltori, pescatori, allevatori e balneari, tutti hanno rivendicato una “sovranità alimentare” oramai persa e che mette a repentaglio anche la loro stessa vita economica in quanto direttamente produttori di quello che poi arriva sugli scaffali dei nostri mercati. Non si riconoscono nelle varie sigle che in questi giorni hanno portato decine e decine di trattori nella Capitale e per questo hanno deciso di far sentire in proprio la voce della loro protesta. “Quello che alcune sigle hanno coordinato con il governo sono dei contentini che non risolvono niente ecco perchè siamo venuti dalla Sicilia oggi a protestare qui a Roma”, racconta uno degli agricoltori presenti al Campidoglio. “Noi chiediamo la sovranità alimentare che così potrà valorizzare al meglio i nostri prodotti”, aggiunge.

Non è più la protesta soltanto degli agricoltori

Anche i pescatori si sono uniti nella protesta degli agricoltori, anche loro infatti non si riconoscono più in alcune delle politiche europee che sembrano disegnate proprio a discapito di tutte le categorie di produttori. “Siamo arrivati questa mattina a Roma per protestare contro l’Europa che da tanti anni ci ha rovinato anche la pesca”, racconta uno dei pescatori presenti alla manifestazione, “sembra assurdo pensare che ogni 20 giorni venga introdotta una nuova legge che ci impedisce sempre più di lavorare. Abbiamo deciso di fermarci anche noi e appoggiare del tutto la protesta degli agricoltori perchè la situazione è diventata davvero insopportabile. Agricoltura e pesca sono fondamentali per una nazione, perchè il cibo deve essere il nostro”, ha concluso.

“Lamentiamo tutta una serie di privazioni di diritti costituzionali”, racconta un allevatore arrivato a Roma dal Parco Nazionale d’Abruzzo, “come il diritto di proprietà, il diritto di uso civico, perchè con la scusa dei regolamenti comunitari, vengono disapplicati i diritti più elementari da parte dei governi e dagli enti locali, . Regolamenti che di fatto impediscono di applicare delle leggi previste sul territorio italiano dalla stessa Costituzione. La sovranità alimentare non deve essere soltanto uno slogan, ma deve essere anche applicata realmente”.

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