Israele, Fadlun: “Ho cugini che vivono lì, i bambini mettono lucchetti alla porta”

Victor Fadlun presidente comunità ebraica di Roma, era presente in Campidoglio ed ha raccontato le preoccupazioni e le ansie degli ultimi giorni. E di come in Italia e in Israele la comunità ebraica viva nella preoccupazione di nuovi attacchi

16 ottobre 1943. 80 anni fa il rastrellamento degli ebrei al ghetto di Roma. Oltre mille persone vennero deportate nei campi di concentramento. Ieri in una conferenza stampa in Campidoglio il sindaco Gualtieri ha raccontato quali e quante iniziative siano state organizzate per onorare il ricordo drammatico di quella giornata. In Campidoglio c’era anche Victor Fadlun, presidente della comunità ebraica di Roma che questa mattina ha ricevuto a sorpresa la visita di Meloni.

Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma – Roma.Cityrumors.it

“Ringraziamo la presidente del Consiglio per averci portato la solidarietà del governo” e per la “garanzia della sicurezza dei cittadini”, ha dichiarato Fadlun, che poi si è soffermato sulle preoccupazioni e le ansie con le quali la comunità ebraica, sta vivendo gli ultimi giorni, dopo gli attacchi di Hamas.

Come avete vissuto gli ultimi giorni?

“Stiamo ricevendo un supporto forte e deciso, dal Ministro degli Interni e dagli organi che sono a nostra tutela. E’ stato innalzato il livello della sorveglianza e della sicurezza, in tutte le zone frequentate dagli ebrei romani”.

Trascorrono le ore ma le scene alle quali assistiamo sono sempre più drammatiche. Quali sono le informazioni che avete avuto rispetto agli ultimi eventi?
“Ho dei cugini e dei parenti che vivono in Israele. Le nostre famiglie, anche a seguito degli eventi accaduti nel secolo scorso, sono state frammentate. Io ho parenti e amici che sono in Italia e altri che vivono in Israele e da loro ho ascoltato dei racconti drammatici”.

La visita del Premier Giorgia Meloni alla Sinagoga di Roma – Roma.Cityrumors.it

Cosa è successo?
“Sono ore di grandissima angoscia. I miei cugini che vivono a trenta chilometri di distanza dagli scenari di guerra terribili che abbiamo visto sui social, sono rintanati, disperati a casa e costretti a  qualche sotterfugio pur di far stare i bambini tranquilli a casa. Ad esempio, hanno comprato dei lucchetti finti, con i quali hanno fatto credere ai figli di averli chiusi nelle loro case, per permettergli di sentirsi più al sicuro. E’ un intero Paese che è finito sotto shock”.

In questi giorni è cresciuto il livello dell’ansia e del timore?
“Abbiamo timore, certo. Ma abbiamo l’Italia che ci protegge e che sta facendo di tutto per farlo. Sentiamo la massima solidarietà e siamo circondati dall’amore e dall’affetto di un intero Paese”.

Impostazioni privacy