Il sapore della Pasqua a Roma: ecco cosa si mette a tavola nella Capitale

Si avvicina anche quest’anno la Pasqua e i romani si preparano a vivere a casa una delle festività più amate prima della gita fuori porta del Lunedì dell’Angelo

Ogni festa celebra un evento e il modo migliore per onorarlo è seguire le relative tradizioni culinarie, sempre caratterizzate da prosperità e simbologie. E niente di più simbolico può esserci in questo periodo di Pasqua, che si mette alle spalle il digiuno della Quaresima per lasciare il posto ai dolci tradizionali, alle uova sode, al cioccolato e alle carni di agnello con tutta la loro simbologia religiosa di rinascita.

La tipica colazione pasquale di Roma – Romacityrumors.it –

 

L’Italia è sicuramente maestra nell’arte di preparare cibi speciali partendo da materie prime d’eccellenza, ma ogni luogo ha le sue peculiarità. Ogni regione ha le sue  tradizioni e ogni città le proprie particolarità a tavola. E Roma non è certo da meno, il giorno di Pasqua infatti sulle tavole dei romani si parte con la famosa “colazione” pasquale alla romana. Protagonista assoluta è la corallina, accompagnata da uova sode, simbolo della Resurrezione e la frittata di carciofi.

Il pranzo del giorno della Resurrezione

Il punto di partenza per un pranzo pasquale secondo la più antica tradizione romana dell’Ottocento è senza dubbio il brodetto pasquale, che è un primo piatto in brodo semplice con uova, brodo di carne ed erbe aromatiche. La sua origine sembra risalire al 1400, quando tra le file plebee l’abitudine a rielaborare gli scarti di cucina era diventata un’arte raffinata. Nel brodetto romano si recupera la lunga astinenza dai cibi animali, cuocendo le uova nel brodo ottenuto da due tagli di carne, il manzo e l’agnello. In alternativa, il brodo di gallina è un perfetto abbinamento per le uova.

Su molte tavole c’è anche la pizza sbattuta romana, anche detta pizza sbattuta di Pasqua, che è una ricetta tipica della città. Assomiglia al pan di spagna molto morbido, ma molto più giallo per via delle uova. Soffice e dolcissima, è una vera istituzione e può essere gustata sia con le portate salate sia con il cioccolato delle uova. La sua particolarità è di essere molta alta, e per farla, visto che non contiene lievito, è necessario sbatterla per tanto tempo e a mano, proprio per questo si chiama così.

Le tavole pasquali dei romani- Romacityrumors.it –

 

I secondi piatti

Il secondo piatto tradizionale praticamente in tutta Italia è l’agnello, ma a Roma si chiama rigorosamente abbacchio e in particolare si mangiano le costolette di agnello, impanate e fritte, oppure l’abbacchio con patate al forno o alla scottadito. Vengono chiamate scottadito perché la caratteristica fondamentale è mangiarle quando scottano e sono talmente bollenti da bruciarsi le dita. La vignarola, invece, è un contorno tipico romano a base di fave, piselli, carciofi e lattuga cucinato in padella insieme al guanciale. Infine c’è la coratella, a base di interiora di agnello, con contorno di carciofi, ortaggio che, stufato, fritto, sott’olio o alla giudia resta una delle colonne portanti del pranzo di Pasqua. A fine pasto, simbolo della resurrezione, arriva su ogni tavola l’immancabile uovo di Pasqua e la dolcissima colomba che simboleggia la pace e la rinascita.

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