Sergio Marchionne, 66 anni compiuti a giugno, è morto all’ospedale universitario di Zurigo dove era stato ricoverato il 27 giugno per un intervento alla spalla destra.
Dopo l’intervento le sue condizioni di salute erano peggiorate. Dieci giorni fa l’aggravamento per quelle che i sanitari hanno definito “complicanze postoperatorie”. Venerdì John Elkann, in una lettera ai dipendenti, aveva constatato che “Marchionne non potrà tornare a fare l’amministratore delegato”. Sabato i consigli di amministrazione hanno nominato i successori. Negli ultimi giorni Marchionne è stato assistito dai due figli, Alessio Giacomo e Jonathan Tyler, e dalla compagna Manuela.“
Alla guida della Fca fino al 23 luglio scorso, sostituito poi da Mike Manley, è stato definito da John Elkann lo ha definito “il miglior amministratore delegato che si potesse desiderare”.
Una storia durata 14 anni che inizia il 1° giugno 2004 quando viene nominato amministratore delegato della Fiat dopo un anno trascorso nel Cda per volontà espressa di Umberto Agnelli. In quel momento le azioni valgono poco meno di 2,50 euro, ma la notizia della nomina di Marchionne suscita subito grande entusiasmo nel mercato, e la prima seduta dopo l’annuncio si chiude con un +4,6 per cento. L’anno seguente grazie a lui Fiat incassa 2 miliardi di euro da GM per annullare l’opzione di vendita stipulata negli anni precedenti.
È il 2007 quando a Torino viene presentata la nuova Fiat 500, rivelatasi fortunata operazione commerciale che porta la firma di Marchionne e simbolo di rinascita dell’azienda e del made in Italy nel mondo.
Nel gennaio 2009, svolta epocale: primo annuncio di un accordo preliminare e non vincolante per l’acquisizione del 35% della Chrysler, allora sotto procedura fallimentare. I 5 anni successivi vedono la quota di Fiat in Chrysler salire sempre più fino alla completa fusione.
Nel 2014 nasce il gruppo industriale FCA. L’operazione manageriale che porta la firma di Sergio Marchionne è forse una delle più grandi a livello globale. Nell’ottobre dello stesso anno Marchionne assume la carica di presidente Ferrari (sarà nominato AD nel giugno 2016). È lui che decide di scorporare completamente Ferrari da FCA e di quotare il titolo su Borsa Italiana.
1° giugno 2018. Ultimo atto pubblico del manager italo-canadese, che a Balocco presenta il Piano industriale Fiat Chrysler 2018-2022 in cui annuncia azzeramento debito pubblico entro giugno e il consolidamento nel settore auto facendo volare le azioni.
È sempre a lui che si deve la rinascita del marchio Jeep (il brand è passato da circa 300.000 unità vendute nel 2009 alla previsione di 2 milioni di consegne entro fine 2018). Questo successo è dovuto anche a Mike Manley, dal 2009 responsabile di Jeep e oggi eletto successore di Marchionne a capo di FCA. Il 23 luglio 2018 inizia ufficialmente il dopo-Marchionne con la nomina di Mike Manley.
Con Marchionne Fiat torna alla ribalta e passa dall’essere la fabbrica italiana automobili al 7° gruppo produttore di auto al mondo, presente in tutti e cinque i continenti. Nei suoi 14 anni di amministrazione Marchionne ha messo la firma su 14 bilanci, generando per il gruppo FCA un totale di 15 miliardi di utili, chiudendo in rosso soltanto 2 esercizi. Nei primi 10 anni di era Marchionne il manager contribuisce a far salire le quotazioni del titolo FCA del 104,16%. La corsa delle azioni continuerà anche dopo, con il massimo storico toccato a 20,2€ il 23 gennaio 2018. Se nel 2004 la capitalizzazione del gruppo Fiat era di 5,5 miliardi di euro, nel 2018 – tenendo conto anche delle società nate dagli spin-off – è aumentato di 10 volte (60 miliardi di euro).
Marchionne è quindi per tutti l’uomo dei due mondi che ha salvato Fiat rendendola un marchio globale
Nato a Chieti il 17 giugno 1952, Marchionne era figlio di un maresciallo dei Carabinieri (circostanza ricordata nella sua ultima uscita pubblica, lo scorso 26 giugno a Roma, presso il Comando dell’Arma di Viale Romania) e di una giovane istriana. Dopo l’adolescenza in Abruzzo, seguì la famiglia in Ontario, dove si era già stabilita una zia materna. In Canada Marchionne ottenne la laurea in filosofia presso l’Università di Toronto, seguita da una laurea in legge alla Osgoode Hall Law School of York University e quindi un Master in Business Administration presso la University of Windsor. Dopo avere esercitato la professione di procuratore legale, Marchionne entrò nel 1983 in Deloitte Touche come avvocato commercialista ed esperto nell’area fiscale, primo passo di una carriera che nel 2000 lo portò in Svizzera alla carica di A.d. del Lonza Group. attivo nel settore dei prodotti per le industrie farmaceutica e sanitaria.
A portarlo sotto i riflettori il successo ottenuto nel risanamento di Sgs, colosso elvetico nei servizi di ispezione, verifica e certificazione, di cui divenne amministratore delegato nel 2002. I risultati ottenuti in Sgs – che fra i suoi clienti aveva proprio Fiat – lo portarono all’attenzione del Lingotto, alle prese con la crisi aggravata dalla scomparsa di Gianni Agnelli. Entrato nel cda del Lingotto dal 2003 su designazione di Umberto Agnelli, dopo la morte di quest’ultimo, Marchionne venne nominato il 1° giugno 2004 Amministratore delegato del gruppo. Al suo fianco il presidente Luca Cordero di Montezemolo e il vicepresidente John Elkann, all’epoca appena ventottenne. La sua impronta ‘decisionista’ emerse subito sia con una serie di cambi ai vertici del gruppo che, soprattutto, con il durissimo braccio di ferro con General Motors, che portò a sciogliere l’accordo raggiunto nel 2000 da Paolo Fresco costringendo gli americani a versare 2 miliardi di dollari purché da Torino non venisse esercitato l’obbligo di acquisto di Fiat Auto.
Ma è nel 2009 che Marchionne compie il suo miracolo manageriale: in un’America piegata dalla crisi finanziaria – che da Wall Street aveva ormai raggiunto anche l’economia ‘reale’ – Fiat ottenne dall’Amministrazione Obama il 20% di Chrysler, una delle ‘Big Three’ dell’automobilismo Usa, che, dopo la fallimentare alleanza con Daimler, era praticamente fallita. A convincere Washington, oltre alla personalità di Marchionne, l’esperienza e le garanzie offerte da Fiat su nuove formule di mobilità ‘verde’.
Fu il primo passo di un percorso che – attraverso l’acquisto delle rimanenti quote – porterà nel 2014 i torinesi al controllo del 100% di Chrysler. È la nascita di Fiat Chrysler Automobiles che sancisce la figura di Marchionne come uno dei grandi protagonisti – sulle due sponde dell’Atlantico – dell’automobilismo mondiale. Un cammino scandito da alcune grandi operazioni (alcune delle quali ancora in via di realizzazione), a iniziare dal rilancio di Jeep, divenuta ormai il gioiello della corona di Fca, passando per la rinascita di Maserati e la scommessa su una Alfa Romeo ‘premium’, marchio caparbiamente negato ai concorrenti tedeschi.