Le opere che reinterpretano la natività sono apparse ieri sulle serrande dell’associazione Pro Vita & Famiglia, in Viale Manzoni a Roma
Laika MCMLIV è un’artista romana attiva dal 2019, che usa una maschera per esprimere la propria arte senza filtri, preservando la sua vita privata. Il suo nome è un omaggio al primo essere vivente nello spazio. Laika è una donna che con ironia interpreta la realtà ed è nota per affiggere le sue opere sui muri delle grandi città lanciando dei potenti messaggi di denuncia politica e sociale.
L’ultima provocazione
Nella mattina della vigilia di Natale due nuove opere provocatorie della street artist Laika sono apparse sulla saracinesca della sede di Pro-Vita e Famiglia, in viale Manzoni, a Roma. Si tratta di una reinterpretazione della Natività: nel primo disegno è raffigurato Gesù bambino insieme alle sue due mamme, due Madonne, mentre lo abbracciano. Gesù, tra l’altro, è avvolto da fasce arcobaleno, quindi, chiaro riferimento alla bandiera e alla comunità Lgbtqia+. Il secondo, invece, ha come protagonista San Giuseppe che, da buon falegname, realizza una bara per il patriarcato. L’opera, ha fatto sapere Laika, è dedicata a Michela Murgia, che diceva: “La famiglia sono le persone che ti scegli”. L’artista di strada, famosa per indossare una maschera bianca a coprire il volto e una parrucca rossa, si è sempre distinta per i suoi messaggi di carattere civile e sociale, umanitari e universali. Potenti e profondi, quasi sempre irriverenti e ironici.
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Le dichiarazioni dell’artista
“Questo è il mio augurio di buon Natale a tutti gli italiani”, ha dichiarato Laika, “che sia di buon auspicio per il futuro: un futuro senza discriminazioni, che si lascia alle spalle i cosiddetti ‘valori tradizionali’, frutto di una società misogina, omofoba e patriarcale. Di quel patriarcato che ancora oggi è responsabile della morte di una donna ogni tre giorni per mano di un uomo.
La cornice non è casuale: è assurdo che nel 2023 ci siano associazioni sponsorizzate e finanziate dallo Stato che promuovano valori medievali, come l’ascolto del battito cardiaco del feto e la cancellazione di uno dei due genitori dai certificati di nascita di famiglie gay. Ognuno ha diritto a fare la proprie scelte riguardo il proprio corpo e il proprio orientamento sessuale”.