Nell’Aula Magna del Liceo Socrate si parla di sicurezza stradale.
Il progetto Pes, acronimo di Prevenire, Educare e Sensibilizzare dell’Associazione familiari vittime della strada, parte proprio dalla scuola di Francesco Valdiserri, conosciuto come Checco, che è stato investito da un’auto mentre camminava per strada sul marciapiede in via Cristoforo Colombo, da una giovane di 23 anni con un tasso alcolemico tre volte superiore a quello consentito.
È passato un anno dalla tragica notte tra il 19 e il 20 ottobre 2022, e il padre di Francesco, Luca Valdiserri, non si dà pace. “Divertimento consapevole”, continua a ripetere nell’Aula Magna dell’Istituto scolastico, davanti agli adolescenti, compagni e coetanei del figlio.
L’obiettivo è zero vittime, come imposto dall’Onu e dall’Unione europea: “Questa vita è stupenda”, si legge su un murales che ricorda Francesco all’ingresso del Liceo della Garbatella.
All’incontro hanno partecipato la Polizia di Stato, l’Associazione familiari e vittime della strada, gli insegnanti di Francesco e papà Luca. Tutti, intervenendo all’incontro, hanno ricordato l’importanza di indossare le cinture di sicurezza, di non usare il cellulare, di non mettersi alla guida sotto effetto di droga e alcol.
Si è parlato anche di Chiara, la giovane che aveva 23 anni quando ha investito Luca e che è stata condannata a cinque anni. È intervenuto anche un giovane al quale è stata sospesa la patente: “Pago per i miei errori”, ha detto agli studenti.
La campagna #chiguidanonbeve
All’incontro l’Associazione familiari e vittime della strada hanno portato i gadget della campagna #chiguidanonbeve, pensata per informare gli utenti della strada sulle conseguenze penali dell’omicidio stradale, nonché sensibilizzare contro la guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di droga.
La campagna ha ottenuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero dell’Interno, della Giustizia e della Polizia di Stato. Come si legge sul sito dell’Associazione, “#chiguidanonbeve è parte integrante dei progetti studiati per coloro che, attraverso l’UEPE e dopo la decisione del Tribunale, si rivolgeranno alla nostra Associazione al fine di poter usufruire dell’istituto della messa alla prova”.
Come previsto dalla legge 67 del 28 aprile 2014 infatti, è possibile rimuovere le conseguenze del reato attraverso la giustizia riparativa.