Si intorbidiscono le acque intorno alla lodevole iniziativa del ‘Cinema in Piazza’, su cui emergono alcune perplessità da parte di alcuni esponenti politici
La fondazione Piccolo America, nel corso degli ultimi anni, è stata al centro di una serie indefinibile di polemiche e attenzioni da parte dei cittadini romani, che ne hanno tanto elogiato, quanto condannato, percorso e successivi risultati.
Gli attriti scaturiti lo scorso anno tra Valerio Carrocci, presidente della Fondazione Piccolo America, e il sindaco Roberto Gualtieri, in merito al finanziamento per l’iniziativa ‘Il Cinema in Piazza’, sono stati prontamente evitati dal primo cittadino di Roma, che ha preferito anticipare il finanziamento del progetto, per scongiurare possibili proteste da parte del determinato Carrocci.
Gualtieri non vuole ripetere il passato
Mancano ben quattro mesi all’apertura dell’iniziativa ‘Il Cinema in Piazza’, ovvero un periodo limitato in cui una serie di siti all’interno della capitale (Trastevere, Monte Ciocci, il Parco della Cervelletta e il Cinema Troisi), ospiteranno proiezioni ed eventi speciali all’insegna dell’amore per la settima arte. All’inizio dell’estate scorsa, il presidente della fondazione Valerio Carrocci, aveva letteralmente occupato gli uffici del sindaco, per lamentare la messa in discussione del finanziamento promesso poche settimane prima. Il sindaco, per evitare disordini e soprattutto per mantenere la parola data, ha poi depositato sul conto della Fondazione Piccolo America ben 250mila euro, utili a finanziare l’iniziativa. A questo giro, per sottrarsi alla medesima pantomima, Gualtieri ha preferito versare la medesima somma con svariate settimane di anticipo, coadiuvato dalla firma dell’assessore alla Cultura Miguel Gotor.
L’appoggio alle attività proposte dalla Fondazione Piccolo America – alla base anche del noto e fruttuoso progetto ‘Cinema Troisi’ – è stato ampiamente riconosciuto dall’assessore Gotor, che ne ha evidenziato l’importanza sul piano culturale. La possibilità di godere gratuitamente di spazi culturalmente stimolanti, rappresenta un valore immateriale difficile da quantificare e, la giunta capitolina, sembrerebbe esserne perfettamente al corrente.
Emergono alcune riserve sulla trasparenza
Tuttavia, questo idilliaco castello di cultura e riconoscimenti, è stato più volte assaltato da alcuni detrattori, che ne avrebbero individuato diverse ombre, in particolare nel percorso che ha portato Carrocci a prenderne le redini. In questo caso però, sotto accusa da parte dell’opposizione, ma anche da alcuni esponenti degli “alleati” politici di Gualtieri, vi è la curiosa e inusuale assenza di un rendicontazione dettagliata delle spese e di come venga utilizzata la somma fornita dal comune di Roma. Difatti, oltre all’assenza di un bando, e quindi di un’investitura diretta della Fondazione Piccolo America, in molti lamentano l’assenza dell’adeguata documentazione sulle spese effettuate. Un dettaglio piuttosto ingombrante, che sta inevitabilmente spostando il dibattito dal terreno della cultura, a quello della politica.