L’uomo, ora arrestato e detenuto nel carcere romano di Regina Coeli, dovrà rispondere delle accuse pesanti di lesioni, minacce, atti persecutori e stalking
Una storia drammatica, l’ennesima per una donna che viene picchiata e minacciata da un uomo, in questo terribile momento che stiamo vivendo. Soltanto che questa volta alla gravità dell’episodio si aggiunge la maternità della ragazza, gravidanza che sta portando avanti da sei mesi, un bambino che l’uomo voleva fargli perdere perchè lei aveva deciso di interrompere quella relazione tossica e complicata.
Un uomo di 50 anni avrebbe aggredito la compagna di 30, incinta al sesto mese, anche con una bomboletta spray urticante, per farla abortire. Secondo l’accusa, dopo averla seguita per strada, ha aggredito la donna con schiaffi al volto, due pugni e due calci, tanto da procurargli lesioni personali diagnosticate in un trauma addominale e cranico senza nessuna cura o riserva dello stato di gravidanza della donna e soprattutto con una crudeltà incredibile nei riguardi del nascituro.
Storia di ordinaria follia
Doveva essere il momento più bello per lei, il momento in cui realizzi che la tua vita sta cambiando perchè da donna stai diventando anche mamma. Da sei mesi infatti custodiva in grembo quel bambino che desiderava e pensava anche che potesse aiutarla a risolvere i problemi con il compagno, padre di quel piccolo esserino che doveva portare solo pace e serenità nella coppia. Invece la storia si è trasformata in un incubo e ora quella donna di 30 anni è finita all’ospedale perchè quel compagno di 50 anni l’ha aggredita, picchiata e stordita anche con uno spray urticante senza nessuna pietà di lei e del loro bambino in grembo. “Tanto sto ragazzino non lo metterai mai alla luce perché te lo faccio perdere”, urlava l’uomo mentre l’aggrediva alla fermata dell’autobus dopo averla seguita negli spostamenti. Da lì è partita una denuncia che ha portato l’uomo nel carcere romano di Regina Coeli con accuse molto pesanti.
Voleva cambiare vita
Non era certo una relazione facile quella tra i due, un amore tossico, fatto di tanta droga che prendevano insieme. Un uso di stupefacenti che la donna aveva deciso di interrompere quando aveva scoperto di essere incinta e per questo aveva preso la decisione di cambiare vita iniziando un percorso di riabilitazione al Serd. Una decisione che aveva fatto andare su tutte le furie il compagno che da quel momento ha cominciato a essere violento verso di lei. “Tanto appena partorisci te lo faccio togliere sto ragazzino perché sei una tossica di m…”. E ancora: “Pagherò una infermiera quando andrai a partorire per farti togliere il bambino, t’ammazzo, ti farò fuori, tanto al parto non ci arrivi, se mi denunci ti faccio sparare alle gambe”. Queste solo alcune frasi pronunciate dall’aggressore. L’ultimo episodio sotto casa nel mese di ottobre quando l’ha presa a calci e pugni ha fatto decidere definitivamente alla donna di sporgere denuncia al Centro Antiviolenza di Torre Spaccata, che ha chiamato i poliziotti ai quali la donna ha detto di vivere nel terrore. Le accuse contestate dalla procura della Repubblica di Roma, a cui dovrà rispondere il 50enne, ora rinchiuso in carcere, sono lesioni, minacce, atti persecutori e stalking.