Bocciato dal Campidoglio il progetto di un vertiporto in un’area all’interno del Parco Piccolomini, con “taxi volanti” per il trasporto di persone e merci da Fiumicino. Incompatibile con i vincoli paesaggistici, ambientali e culturali dell’area. Tra le motivazioni anche la sicurezza, per tutelare lo spazio aereo del Vaticano, adiacente all’area verde. Carte in Regola esprime in esclusiva a Roma.cityrumors.it la richiesta di fermare il progetto.
Respinto il piano del vertiporto previsto all’interno del parco Piccolomini, a conclusione della Conferenza dei Servizi da parte del Dipartimento Urbanistica di Roma Capitale indetta lo scorso febbraio, per la valutazione del progetto, che necessita di una preventiva Valutazione di Impatto Ambientale.
Si tratta dell’avveniristico terminal per taxi volanti, ovvero droni giganti a decollo verticale, che avrebbero dovuto fare la spola da Fiumicino al Parco Piccolomini, a due passi dal Vaticano, sul quale la conferenza istruttoria ha espresso un parere negativo in quanto l’infrastruttura comprometterebbe un’area protetta, sopravvissuta per quasi mezzo secolo a vari tentativi di cementificazione. Determinante anche il rischio sicurezza, in quanto i droni sorvolerebbero lo spazio aereo della Città del Vaticano.
Un’infrastruttura che sulla carta dovrebbe sorgere all’interno dell’area verde che da via Gregorio VII si estende fino alla via Aurelia antica, una villa storica di proprietà in parte dell’ASP (Azienda pubblica di servizi alla persona) Fondazione Nicolò Piccolomini per l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica ed in parte di vari privati, situata a pochi passi da San Pietro e quindi in posizione strategica.
Soddisfazione espressa dal comitato Parco Piccolomini e dalle varie associazioni che da tempo protestavano per l’impatto devastante che avrebbe lo stallo per i droni-taxi all’interno di ‘un’area protetta.
La conferenza di servizi ha rilevato l’incompatibilità della struttura con gli aspetti paesaggistici ed ecologico- ambientali del parco: “L’unica conclusione possibile per chi conosce questo luogo e i suoi vincoli di tutela ma, di fatto, per nulla scontata visti quegli enormi interessi privati che oramai siamo abituati a veder vincere sull’interesse generale così come sul buon senso.“, si legge in una nota del Comitato Parco Piccolomini.
“Bocciando il progetto di vertiporto che incombeva su Parco Piccolomini, la conferenza dei servizi istruttoria ha individuato correttamente le criticità per il paesaggio, l’ambiente e la sicurezza che la cittadinanza attiva, l’associazionismo sul territorio da tempo e gli enti di terzo settore sottolineavano nel corso della partecipata mobilitazione che sta andando avanti da mesi e che ha coinvolto anche il Forum Terzo Settore del Lazio, in particolare i nostri soci di Arci Roma, l’associazione Carte in regola e Italia Nostra, sezione di Roma”. Così in una nota Francesca Danese, portavoce Forum Terzo Settore Lazio. Questa vicenda, continua Danese “ci sembra l’ennesima dimostrazione che ogni questione urbanistica è una questione di democrazia. La partecipazione e il coinvolgimento di ogni soggetto è essenziale per la qualità delle trasformazioni urbane e della vita delle persone. Tutto il coordinamento del Forum – conclude – si associa alla richiesta di tutela permanente di Parco Piccolomini che dovrebbe diventare monumento naturale per non continuare a essere continuamente oggetto di mire speculative”.
Il progetto va fermato definitivamente
Dopo la valutazione negativa espressa dalla conferenza istruttoria, Carte in Regola si chiede se ci sarà il blocco definitivo del progetto.
Ad esprimere qualche perplessità, dopo la soddisfazione iniziale, è la presidente di Carte in Regola, Anna Maria Bianchi, che ha rivelato a Roma.cityrumors.it: “Ho letto il verbale della conferenza dei servizi e nella determina dirigenziale si parla delle criticità emerse durante la valutazione del progetto e non che il piano sia stato bocciato. Noi abbiamo seguito da tanto tempo questa vicenda, abbiamo fatto accesso agli atti per leggere i pareri degli uffici, appurando che in conferenza dei servizi emergevano molte criticità. Abbiamo letto con grande soddisfazione il comunicato stampa diffuso dal Dipartimento di Urbanistica del Campidoglio. Ma non si parla di una bocciatura. Pertanto vogliamo che la nota del Campidoglio esprima la volontà di non andare avanti e di fermare il progetto. Si tratta di un’area vincolata e ci sono molte contraddizioni riguardo la tutela paesaggistica ed ambientale.”.
La vicenda del paventato stallo per i taxi-droni è iniziata circa un anno fa quando la Fondazione Piccolomini a maggio 2023 ha pubblicato un bando per affittare una porzione del parco (8 ettari), ampio 27 ettari.
A vincere il bando è Urban V, che si definisce sul proprio sito “società di Mobilità Aerea Avanzata, che ha presentato un progetto per la realizzazione di “ un’infrastruttura per veicoli elettrici a decollo e atterraggio verticale (eVTOL), taxi volanti elettrici, che renderanno possibile una rivoluzione nell’ambito del trasporto urbano sostenibile, con i primi voli disponibili entro il 2025.”.
Una stazione per il trasporto di passeggeri, come quella già attivata presso l’aeroporto di Fiumicino), ma anche di merci, Un contratto da sei milioni di euro per una concessione dai tre ai cinque anni.
Lo scorso novembre la commissione Trasparenza e pubblicità del Consiglio regionale, presieduta da Marta Bonafoni, ha ascoltato i comitati e le associazioni territoriali, preoccupate per il rispetto dell’interesso pubblico e per l’impatto ambientale che potrebbe avere la progettata infrastruttura sull’area verde, sottoposta a vincoli paesaggistici.
L’opposizione di comitati ed associazioni
Oltre 200 residenti lo scorso 12 aprile hanno espresso il loro dissenso all’assemblea indetta dal Comitato Parco Piccolomini insieme ad Arci Roma, Carte in Regola, Italia Nostra Roma e Legambiente Parco della Cellulosa, contrari alla realizzazione del vertiporto che avrebbe compromesso un’area ad alta valenza paesaggistica e ambientale.
Il terminal per i droni a trazione elettrica richiede infatti, secondo il piano presentato, una superficie di 4000 mq di cui 1000 mq di pavimentazioni con relative recinzioni aeroportuali, dissuasori sonori per diminuire il rischio di collisione dei droni con gli stormi ma che avrebbero interferito anche con l’avifauna della vicina Villa Pamphili, oltre 400 mq di nuova cubatura, un parcheggio per la ricarica dei mezzi di trasporto e una nuova viabilità interna al parco. Strutture ad uso temporaneo che sarebbero smantellate al termine della concessione.
“Caratteristiche che avrebbero avuto un impatto devastante sia sul delicato equilibrio che ospita flora e fauna che su un paesaggio tutelato come patrimonio culturale collettivo. – sostiene il Comitato Parco Piccolomini – Un progetto che sarebbe stato incompatibile con la normativa di tutela paesistica e con i dettami del Piano Regolatore Vigente per quell’area, e che avrebbe un impatto insostenibile – e inconcepibile – con l’ambiente naturale, non fosse altro che per gli inevitabili interventi per le vie d’accesso, l’ area parcheggi e tutte le strutture annesse quali zona check-in e check-out e relativi servizi.”.