“Mi fidavo di mio marito. Mi aveva detto che avrebbe portato il bambino a fare una passeggiata e sarebbe tornato presto. Invece ha cercato di vendere nostro figlio”
Queste le parole della madre del bimbo di soli 3 anni che domenica scorsa stava per essere scambiato dal padre in cambio di denaro.
“Non ho mai sospettato nulla, non immaginavo le sue intenzioni – aggiunge al madre – già altre volte erano usciti insieme da soli”.
Madre e padre sono una coppia giovanissima di italiani di etnia rom, lui 23 anni, lei appena 19 e già due figli piccolissimi. Sposati poco più che adolescenti, entrambi senza lavoro e con il marito che ha già una sfilza di reati alle spalle.
Al reparto di pediatria dell’ospedale Grassi, dove è ricoverato da domenica pomeriggio, non si può entrare e la madre preme per rivedere il proprio bambino.
Le operatrici sanitarie non lo lasciano mai. Nessuno si può avvicinare. Solo i medici, gli infermieri e gli psicologi che lo tengono costantemente sotto osservazione. Arrivato al pronto soccorso in lacrime, scalzo, sporco e denutrito, l’equipe pediatrica sta cercando di verificare se in passato abbia subito violenze. Parla pochissimo e si ritrae appena si avvicina una figura maschile.
A tentare la vendita del piccolo è stato proprio il padre che ora rischia di perdere la patria potestà. Il bambino è stato affidato ai Servizi Sociali del Comune in attesa che il Tribunale dei Minori decida il suo futuro.