Una mazzata giudiziaria si è abbattuta sul Colle Capitolino per l’inchiesta condotta dai Carabinieri su indicazione della Procura di Roma
E’ sempre la solita storia, sempre con la solita procedura. Le lunghezze burocratiche degli uffici comunali delle città italiane le conosciamo bene, e a Roma questo meccanismo infernale che rallenta la lavorazione delle pratiche da evadere è ancora più accentuato. Allora quella pratica di condono poteva anche restava ferma per anni, ma pagando “un incentivo” d’incanto spuntava una corsia preferenziale che permetteva in breve tempo di lavorarla, riuscendo anche a sanare possibili abusi fuorilegge.
Sono sei le persone arrestate dai carabinieri della compagnia dell’Eur nella mattinata di oggi, tra cui ex dipendenti degli uffici del catasto a Roma, nell’ambito di un’inchiesta su presunte tangenti. Gli indagati avrebbero perfezionato atti finalizzati al cambio di destinazione d’uso di alcuni immobili, sanato abusi edilizi e realizzato certificazioni di collaudi e perizie su edifici mai effettuati. Un modus operandi immorale che purtroppo si perpetua da anni soprattutto negli uffici comunali dove, a causa dell’enorme mole di lavoro da sbrigare, le pratiche restano impantanate nelle maglie della burocrazia senza essere evase in tempi ragionevoli. Questa pachidermica lentezza burocratica porta così a cercare una scorciatoia attraverso impiegati compiacenti pronti a delinquere per poche migliaia di euro facendo miracolosamente avanzare situazioni impolverate da troppo tempo.
Una corsia preferenziale
I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Eur, su delega della Procura della Repubblica di Roma, hanno eseguito un’ordinanza del Gip del Tribunale di Roma che dispone misure cautelari per sei persone. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di reati che vanno dalla corruzione alla falsa attestazione, dall’accesso abusivo a sistemi informatici fino alla soppressione e occultamento di atti ufficiali.
Le indagini erano partite nel 2020 da una denuncia di un dirigente della società “Risorse per Roma Spa”, operante presso l’Ufficio Condono Edilizio e subentrata proprio per l’esame di oltre 600mila pratiche di condono ferme in attesa di essere evase. Denuncia nella quale aveva segnalato ai Carabinieri delle presunte irregolarità relative a una pratica di condono per abusi edilizi su un immobile di Roma. Due persone sono finite agli arresti domiciliari, per tre è scattato il divieto di esercitare una professione, accompagnato per una delle tre dall’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria, mentre per l’ultimo indagato la misura è la sospensione dall’esercizio del pubblico servizio.
I reati contestati
Secondo gli investigatori i sei indagati avrebbero orchestrato un sistema per sanare abusi edilizi e alterare destinazioni d’uso di immobili, rilasciando certificazioni e perizie falsificate. In alcuni casi, gli atti venivano redatti utilizzando timbri d’ufficio e accedendo illegalmente ai sistemi catastali informatici. Dopo la denuncia del dipendente della società Risorse per Roma spa, la successiva inchiesta ha portato al ritrovamento di un documento in cui una dipendente comunale riportava le pratiche di condono con gli importi da riscuotere.
Un vero e proprio prezzario della tangente con il costo indicato per i diritti dei cittadini trasformati in privilegi elargiti a chi pagava. Il metodo era piuttosto semplice, se si chiedeva spiegazione sul perchè di un ritardo su una determinata pratica, il dipendente comunale forniva una spiegazione allusiva sulla necessità di incentivo per facilitarne la lavorazione. Poi, se arrivava da parte del cliente una ulteriore richiesta di spiegazione la pratica finiva addirittura per sparire.