Aggredisce agenti di polizia: finanziere di palazzo Chigi finisce in manette

Finito in manette per aver aggredito con calci e pugni alcuni poliziotti per le strade di Roma, cercando di evitare l’identificazione.

Il finanziere era uscito con la propria ragazza, quando viene fermato dagli agenti di polizia per un controllo. Alla richiesta dei documenti, l’uomo risponde di essere un collega, ma i poliziotti decidono di indagare.
A quel punto il militare sembra offendersi e si intestardisce nel non voler mostrare i documenti.

Dopo diversi minuti di litigio, l’uomo scende dall’auto ed inizia ad aggredire gli agenti, che per contenerlo hanno dovuto ammanettarlo. Al momento risulta in stato di arresto con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
Per contro lui si difende spiegando:
“Sono stato maltrattato. Non avrei mai immaginato. Mi hanno puntato un faro in faccia e provocato, mi hanno detto: tu collega? Al massimo sei un controllore di scontrini”. Ma un agente in aula racconta le parole del finanziere:
“Sono un finanziere, siamo colleghi. Non vi basta? Provocate? Sono anche figlio di un alto dirigente. La vostra carriera è finita. Volete finire a Crotone? Volete che vi faccio fuori?”.

Successivamente, però, il colpevole ha anche ammesso:
“Sono affetto da bipolarsimo. Al Corpo ho taciuto. Mi è stato consigliato così. Ma mi curo. Ricopro un ruolo amministrativo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Pistole non ne porto mai con me. Sono custodite nelle cassette di sicurezza in ufficio. Giro solo disarmato. Perché ho reagito così? Perché mi sono sentito sotto pressione. Vittima di un’ingiustizia. A causa del mio disturbo vado in difensiva. Mi hanno persino scarrellato la pistola addosso, impedito di parlare con l’avvocato e poi lasciato senza medicine”.

Il pm d’aula, Donatella Plutino, non ha chiesto per il militare misure cautelari. La difesa ovviamente si è allineata. E il giudice ha disposto l’immediata liberazione. E così, dopo una notte in cella, l’imputato è tornato a casa. Ma col peso di più denunce.

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