Addio a Michela Murgia. Oggi i funerali a Roma

Ultimo saluto alla scrittrice, morta giovedì scorso nella capitale a 51 anni. Oggi i funerali nella chiesa degli Artisti

Tutto pronto per l’ultimo saluto a Michela Murgia, la scrittrice morta a Roma giovedì scorso a 51 anni a causa di un carcinoma. I funerali si terranno alle ore 15.30 nella Basilica Santa Maria in Montesanto, a Roma: la Chiesa degli Artisti. Nata nel 1972 a Cabras, in provincia di Oristano, aveva esordito nel 2006 con ‘Il mondo deve sapere’. Tra le sue opere più note ‘Accabadora’, ‘Tre ciotole’ e ‘Istruzioni per diventare fascisti’.

Michela Murgia, oggi i funerali alla Chiesa degli Artisti a Roma – Roma.cityrumors.it

La funzione sarà celebrata da  don Walter Insero, professore associato alla Pontificia università gregoriana e Cappellano presso la Rai dal 2004. Il sacerdote ha recentemente officiato anche i funerali di Gina Lollobrigida, Gigi Proietti, Andrea Purgatori, Maurizio Costanzo e, in passato, anche di Fabrizio Frizzi.

Alle esequie non potrà partecipare Costanza Marongiu, la mamma di Michela Murgia. “Le mie gambe sono quelle che sono”. A rappresentare la famiglia ci sarà l’altro figlio, Cristiano, con la moglie Ida. “Michela era malata da un anno e mezzo -ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Serama aspettarmelo no, perché fino al giorno prima mi ha nascosto la verità. Mi diceva: sto migliorando. E io ci credevo. Poi una settimana fa ha smesso di rispondermi al telefono e ho capito che stava male. Ieri (giovedì 10, ndr) è stata lei a chiamare Cristiano e a dirgli che se ne stava andando e che voleva solo che mi dicesse di stare tranquilla e di non piangere. Io non ho pianto, però così è anche peggio, perché mi sento un groppo al cuore che mi sta uccidendo”. Michela Murgia si è spesa molto per la famiglia Queer: “Era la volontà di Michela e andava bene anche a me, non posso dire o aggiungere niente. Io rispettavo le sue scelte, tutte. In effetti la famiglia queer era il suo sogno, ha sempre voluto tanta gente intorno, voleva molti amici e cosa si può chiedere di più?”.

Addio a Michela Murgia, la scrittrice che si batteva per i diritti – Roma.cityrumors.it

L’infanzia non è stata facile per Michela Murgia. Anche a causa di un padre violento. Nel 1990 la mamma  la portò con il fratello da sua sorella Annetta, una seconda madre per Michela. “Fu necessario. Michela poi non è più voluta tornare a casa con noi. C’è tornata quando mi sono separata dal padre. Lui è mancato cinque anni fa: era instabile, era molto difficile instaurarci un rapporto; oggi buono, domani una belva”. Mamma Costanza non si è meravigliata del successo letterario della figlia. “Non mi ha meravigliato nemmeno un po’, Michela assomigliava anche a me. Era una forza della natura. Qualunque strada avesse intrapreso, sapevo che sarebbe riuscita. Raggiungeva tutti gli obiettivi che si metteva in testa: era forte, coraggiosa, puntualmente critica anche con sé stessa. Se sbagliava lo ammetteva, era importante”.

Murgia, il messaggio di Giorgia Meloni

Michela Murgia è stata ricordata in questi giorni da numerosi esponenti politici, di ambo le parti. Il Premier Giorgia Meloni ha scritto su X (l’ex Twitter): “Voglio esprimere sincere condoglianze alla famiglia e agli amici della scrittrice Michela Murgia. Era una donna che combatteva per difendere le sue idee, seppur notoriamente diverse dalle mie, e di questo ho grande rispetto”. La sua casa editrice, Mondadori, per cui aveva pubblicato ‘Tre Ciotole’, ha pubblicato un tweet con un messaggio semplice “Ciao Michela” e un cuore rosso su una foto di lei sorridente che sfoglia un libro.

“La mia strada e la sua sono state diverse ma parallele. Una cosa che ci accomuna? La libertà”. ha detto in un’intervista a La Repubblica Emma Bonino, parlando della scomparsa di Michela Murgia. “Se la voce di Michela si è alzata così forte, è perché tutti gli altri intorno stavano zitti”. Recentemente con Michela Murgia “abbiamo fatto un dibattito sulla stampa, sugli stili di vita, e lei mi raccontava di questa comune che stava mettendo in piedi, fatta di persone che si amavano, o non si amavano, per scelta, e condividevano una casa”. Durante “questo nostro confronto, mi parlava della sua ostinazione per trovare il modo di legalizzare questo modo di stare insieme e io le dicevo che legalmente è un po’ complicato trovare una strada. Però la sua battaglia è da sempre anche la mia”. Viviamo “in un Paese nel quale, per la maggioranza, l’unico modello di affetto è: lui, lei e due figli, stile Mulino Bianco. Ogni altra forma è vista non come diversità, ma come devianza”,

Impostazioni privacy