Dopo la commemorazione di ieri un gruppo di militanti di destra si è radunato davanti alla ex sede Msi per un ricordo con espliciti richiami fascisti, il caso finisce in Parlamento
Una commemorazione che oramai da anni si ripete puntualmente quella in Via Acca Larentia, nel quartiere Tuscolano di Roma, e che vede protagoniste le istituzioni che la mattina si recano a rendere omaggio alle persone rimaste uccise quel giorno di oltre 40 anni fa. Poi, nel pomeriggio, si ripete lo stesso rituale in una ufficiosa e più popolare commemorazione. Si tratta di una parata con procedura militare che irreggimenta le presunte truppe: chiede l’attenti, poi per tre volte ripete “per tutti i camerati caduti” e la risposta in coro è “presente”, con l’enfasi del saluto romano. Infine autorizza il “riposo” e scioglie i ranghi.
La sera del 7 gennaio i militanti di estrema destra si sono ritrovati davanti all’ex sede del Msi per commemorare tre attivisti del Fronte della gioventù uccisi 46 anni fa: Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, i primi due da un commando di estrema sinistra, il terzo negli scontri che seguirono tra giovani di estrema destra e forze dell’ordine.
E’ esplosa la polemica su quanto accaduto ieri sera davanti alla vecchia sede del Movimento Sociale in Via Acca Larentia, nel quartiere Tuscolano. Al mattino si erano svolte le commemorazioni istituzionali per ricordare l’attentato da parte di un gruppo di estrema sinistra il 7 gennaio 1978 in cui persero la vita Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni e non erano mancate tensioni con video e fotoreporter presenti. Nel pomeriggio centinaia di appartenenti a formazioni neofasciste si sono ritrovati poi come ogni anno davanti al luogo della strage dove, schierate e con il braccio destro teso, hanno urlato presente davanti a un ampio stendardo che riportava i nomi delle vittime e simboli nazifascisti. La prima cerimonia, quella istituzionale, avvenuta nel piazzale dove c’è la targa delle tre vittime, aveva visto la partecipazione del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e l’assessore alla Cultura Miguel Gotor per il Campidoglio, che hanno deposto due corone di alloro alla presenza, tra gli altri, del vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli. “È importante non dimenticare uno dei momenti più drammatici degli anni di piombo, fu una stagione di odio e caccia all’uomo. A 46 anni di distanza è nostro dovere ricordare. Commemoriamo perciò questi ragazzi uccisi in nome delle loro idee e del credo politico, affinché ciò non avvenga mai più”, aveva detto al termine della cerimonia il presidente della Regione Lazio. “Non sono morti di serie B. La stagione dell’odio ha visto morire giovani di tutte le parti politiche, vanno tutti ricordati. I loro sacrifici non devono essere vani”, aveva concluso Rocca.
Ma a scatenare la bagarre anche politica è stata la commemorazione nel pomeriggio e quei saluti romani ripresi in un video diffuso tramite social. “Roma, 7 gennaio 2024.E sembra il 1924”. Inizia così il post della segretaria del Pd, Elly Schlein, con tanto di video, per commentare i saluti romani che si sono levati davanti all’ex sede dell’Msi. “Presenteremo un’interrogazione al Ministro Piantedosi”, aggiunge la Schlein, “quel che è accaduto non è accettabile. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte, come dice la Costituzione”. “Ma il saluto romano, fatto in occasione del ricordo di Acca Larentia, è esso stesso simbolo di morte, violenza e sopraffazione”, ha rincarato la dose Nicola Zingaretti. “Per questo dovrebbe essere condannato in primo luogo dalle forze politiche. Tutte. Chi non lo fa è complice”. Nel frattempo però, il presidente della commissione Cultura della Camera e responsabile nazionale Cultura e Innovazione di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, ha anche ricordato che nel 2013 la giunta comunale di centrodestra, guidata da Gianni Alemanno, ha approvato il toponimo ‘Largo Acca Larentia Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, vittime del terrorismo‘. “Il Sindaco Gualtieri individui, nell’ottica della conciliazione nazionale, una strada o uno slargo nella vicina Villa Lazzaroni per l’intitolazione”.